Il nostro debito pubblico rischia di salire oltre ogni record mai raggiunto
Il debito pubblico italiano continua a salire senza sosta e a gennaio arriva a 2.713 miliardi di euro, con un progresso di 35,5 miliardi rispetto a dicembre. Il valore, così, si avvicina molto al record assoluto di questo agosto, in cui si era arrivati alla cifra monstre di 2.734,4 miliardi. A comunicarlo è la Banca d'Italia, sottolineando che l'aumento "riflette le maggiori disponibilità liquide del ministero dell'Economia" con l'avanzo delle Amministrazioni pubbliche che ha comunque contenuto l'aumento di 1,8 miliardi.
La crisi pandemia e quella energetica, quindi, si fanno sempre più sentire e il dato è destinato a crescere ancora, visti i necessari interventi per affrontare il nuovo boom su gas, luce e petrolio. Questo nonostante le entrate tributarie siano maggiori del passato. A gennaio, infatti, sono state pari a 39,8 miliardi, in aumento dell'8,6% (di circa 3,2 miliardi) rispetto al mese precedente. Nel frattempo la quota del debito delle Amministrazioni pubbliche detenuta dalla Banca d'Italia è risultata pari al 25,4% (in calo rispetto al 25,3% di dicembre).
Nel 2019 il livello del debito italiano era a 2mila miliardi. In soli 3 anni, dunque, con le continue difficoltà economiche che ha dovuto sopportare il Paese, è cresciuto di 713 miliardi. A pesare sono stati gli interventi dello Stato a favore di cittadini e imprese contro il Covid, ma anche i svariati miliardi impiegati da luglio 2021 per calmierare i prezzi delle bollette. Non solo: lo stesso Recovery Fund prevede 120 miliardi di prestiti da qui al 2026. Nonostante i tassi di interesse siano bassissimi, quelli sono soldi che vanno restituiti e quindi sì, anche questi vanno a debito.
Anche per questo motivo, per affrontare i nuovi aumenti su petrolio, gas e luce, alcune formazioni politiche continuano a chiedere almeno un nuovo intervento europeo. La proposta del Movimento 5 stelle, in particolare, è quella di istituire un Energy Recovery Fund, con un debito comune per affrontare la sfida del caro-energia e predisporre stoccaggi e acquisti comuni. Contemporaneamente vari partiti propongono un fondo pubblico di compensazione per contenere l'impatto delle sanzioni sul tessuto produttivo: anche una mossa del genere, però, farà aumentare il debito pubblico.