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Covid 19

Il Coronavirus mette in ginocchio le imprese italiane: crollano i fatturati, 1 su 2 senza liquidità

Un’indagine condotta dall’Istat prende in considerazione le valutazioni delle imprese sugli effetti economici dell’emergenza Coronavirus. E il quadro che ne viene fuori è devastante: quattro imprese su dieci affermano di aver avuto, tra marzo e aprile, un calo del fatturato superiore al 50%, mentre un’impresa su due tema di avere presto una carenza di liquidità.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’impatto economico dell’emergenza Coronavirus sulle imprese italiano è stato devastante. E lo testimoniano anche i dati della rilevazione sulla ‘Situazione e prospettive delle imprese nell'emergenza sanitaria Covid-19‘ condotta dall'Istat tra l'8 e il 29 maggio. Tra marzo e aprile per quattro imprese su dieci il calo del fatturato è stato superiore al 50%, secondo quanto fa sapere l’istituto di statistica. Lo studio ha l’obiettivo di raccogliere le valutazioni fatte dalle imprese stesse sugli effetti dell’emergenza sanitaria ed economica. Secondo quanto si legge ancora nel report, “oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell'occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell'8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile”.

Altro problema è quello della mancanza di liquidità, denunciata da un'impresa su due. Il 51,5% delle aziende (per un’occupazione del 37,8%) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alla spese da qui alla fine del 2020. Il 38%, invece, parla di concreti rischi operativi e di sostenibilità della propria attività. Il problema della mancanza di liquidità è più frequente nelle aziende di dimensioni di più piccole, che risentono maggiormente della crisi anche da un punto di vista del fatturato. Per quanto riguarda i settori, il problema è particolarmente marcato per le imprese delle costruzioni, soprattutto se più piccole, e per le micro-imprese dell’industria in senso stretto. Tra i settori più colpiti ci sono anche quelli tipici del Made in Italy, come la fabbricazione di mobili, l’industria del legno, le confezioni di abbigliamento.

Da un punto di vista geografico, invece, la mancanza di liquidità sembra coinvolgere soprattutto le Regioni del Centro Italia (il 55,5% delle imprese, quattro punti al di sopra della media nazionale). Ma si registrano anche situazioni particolarmente difficili in alcune Regioni del Mezzogiorno, come Calabria e Sardegna, dove questo tasso sale ulteriormente. Anche il rischio di sostenibilità viene ritenuto più probabile per le aziende più piccole, soprattutto quelle che si occupano di servizi. Nei prossimi mesi è quasi un’impresa su tre ad aspettarsi una contrazione del fatturato a causa della riduzione della domanda. Sia locale che nazionale.

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