I soldi non fanno la felicità (da soli): il nuovo Better Life Index dell’Ocse
"Soldi, Soldi, Soldi, tanti soldi, beati siano soldi, i beneamati soldi perché chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta" così cantava Ivan Cattaneo nel 1986 e a quanto pare da allora di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti. Anche se a molti sembrerà una magra consolazione, che però poco consola in tempi di crisi e specialmente dopo aver appreso che in Italia è povero un italiano su quattro, gli studiosi dell'OCSE, l' Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, hanno stabilito che a contribuire al benessere di una nazione non è soltanto il PIL, ma una serie di indicatori che concorrono, insieme, alla ricetta della felicità.
Il Better Life Index presentato ieri a Parigi dall'Ocse (che comprende 34 paesi) tiene conto di variabili quantitative e qualitative, sulla base delle quali si delinea la performance di un paese e conseguentemente la qualità della vita dei residenti. La lista degli indicatori è abbastanza consistente ed è raggruppata in 11 macrotemi, ovverosia abitazione, reddito, lavoro, vita comunitaria, educazione, ambiente, governance, sanità, soddisfazione personale, sicurezza ed equilibrio vita/lavoro. Una miscellanea di elementi, monetari e non, che contribuirebbero nella loro fusione alla delineazione del nuovo indice dell'OCSE. Una misura esclusivamente economica e monetaria, infatti, non avrebbe conto di servizi gratuiti come il volontariato oppure il depauperamento delle risorse naturali che incidono non poco nel delineare la qualità della vita di un Paese.
Oltre all'eccezionalità degli indicatori utilizzati nella stima, la vera novità è che si tratta di uno strumento interattivo che prevede il coinvolgimento degli utenti. Sul sito web dell'Ocse, in un'area dedicata, ogni utente può cucire su misura il proprio indice, scegliendo a quali dimensioni, tra le 11 macroaree elencate sopra, attribuire maggiore importanza in base ad un punteggio da uno a 5. Così facendo, si costituirà un indice personalizzato, che valuti i paesi in base alle esigenze e alle preferenze di ogni singolo utente. A detta degli studiosi, attraverso la registrazione delle preferenze segnalate dagli utenti, l'obiettivo è quello di "misurare ciò che veramente conta per le persone". Tale segnalazioni saranno, in seguito, la base su cui costituire i miglioramenti del Better Life Index.
Non è tutto. Sulla base di questo nuovo indice, l'Economist ha realizzato un grafico che incrocia il Pil pro capite a parità di potere d'acquisto e il Better Life Index. Per gli abitanti del Bel Paese le notizie non sono positive. L'Italia, infatti, non si è piazzata bene: sopra di noi ci sono Germania, Gran Bretagna e Francia mentre facciamo meglio di Spagna, Portogallo e Ungheria. Fanalino di coda la Turchia, che guadagna le retrovie con un Pil pro capite di poco più di 10.000 dollari e un Better Life Index di livello 3. Se invece siete alla ricerca del meglio del meglio, Norvegia e Australia sono le mete ideali dove potreste espatriare.