I soldi della Bce, dalle banche quasi nulla a famiglie e imprese
Che fine hanno fatto gli oltre 255 miliardi di euro che la Banca centrale Europea ha prestato alle banche italiane all'inizio dell'anno? La domanda sono in tanti a porsela perché l'unica cosa certa è che quei soldi, che nelle intenzioni della Bce dovevano servire anche a rilanciare la crescita dei Paesi membri in difficoltà, nel nostro Paese non sono finiti né alle famiglie né alle aziende. A confermarlo gli stessi dati forniti dall’Associazione Bancaria Italiana, che evidenziano l'ennesima flessione dei prestiti alle imprese, mentre le poche banche che ancora concedono prestiti sono quelle più piccole e radicate al territorio che sono anche quelle che hanno ricevuto meno dalla Bce. E pensare che gli istituti continuano a chieder prestiti alla banca centrale facendo segnare a marzo il massimo mai registrato.
Le banche usano i soldi per cautelarsi contro la crisi – In realtà quei soldi elargiti ad un tasso di favore dell'1% dalla Bce le banche se li tengono ben stretti, e li utilizzano solo per mettersi al riparo dal collasso definitivo e per non essere travolte dalla crisi del debito sovrano che le ha colpite duramente. La maggior parte delle banche italiane infatti ha usato buona parte dei finanziamenti per comprare titoli di stato, acquisti quasi dovuti, visto che la vendita di grandi quantità di titoli avrebbe finito per affossare definitivamente gli istituti di credito, ma che certo non hanno aiutato l'economia nazionale a riprendersi. La Bce dal suo canto, come ha ribadito Mario Draghi, non può vincolare quei soldi a determinati usi, così resta alle banche e ai Governi i nazionali trovare la soluzione giusta tra sicurezza degli istituti di credito e rilancio dell'economia.
La palla passa al Governo – Da Francoforte precisano che una normalizzazione nella situazione del credito a imprese e famiglie sarà possibile solo se anche nei prossimi mesi continuerà la tendenza alla ripresa dei mercati e al calo dei tassi di interesse dei titoli pubblici. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha chiesto al Governo di "impedire che il giochino prosegua", aggiungendo che "il minimo che un governo serio possa e debba fare è garantire che le banche che prendono i soldi per riaprire il credito, poi lo riaprano davvero". Il Ministro Passera, ex banchiere, ha chiesto agli istituti di "fare il loro mestiere" cioè fare credito, ma la risposta ricevuta dal presidente dell"Abi non fa ben sperare.