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I prezzi scendono e l’inflazione si abbassa di colpo allo 0,7%, cosa vuol dire per chi fa la spesa

Il dato Istat sull’inflazione di novembre è il più basso da quasi tre anni: +0,7%. Rispetto a ottobre, i prezzi sono addirittura scesi (-0,5%). Ma è un dato temporaneo che a breve tornerà a salire. I prezzi stanno rallentando davvero, ma in modo ben più lento, soprattutto per quanto riguarda la spesa al supermercato.
A cura di Luca Pons
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A novembre il dato nazionale sull'inflazione, come in tutta Europa, si è molto abbassato: i prezzi hanno rallentato la loro corsa fino quasi a fermarsi, con un +0,7% (rispetto a novembre 2022) che non si vedeva da oltre due anni e mezzo. Ma questo calo è dovuto anche al fatto che un anno fa i prezzi di gas e petrolio erano alle stelle, mentre oggi sono tornati su livelli più normali. Per chi va a fare la spesa l'inflazione sta rallentando, sì, ma in modo molto meno pronunciato.

A novembre il tasso d'inflazione è sceso allo 0,7%, cioè i prezzi – in media – sono stati più alti dello 0,7% rispetto al novembre del 2022. È un dato molto basso, il più basso dal febbraio 2021, e bisogna ricordare che solo due mesi prima era al 5,3% e che nell'ultimo hanno ha sforato il 10%. Non solo, ma se si guarda al cambiamento di mese in mese, a novembre 2023 i prezzi si sono addirittura abbassati rispetto a quelli di ottobre: -0,5%.

I livelli altissimi di inflazione dell'ultimo anno e mezzo sono stati alla base di molti problemi economici: uno dei più immediati è la perdita di potere d'acquisto, dato che i prezzi sono aumentati moltissimo e invece gli stipendi hanno visto un rialzo molto più contenuto. In risposta all'inflazione la Banca centrale europea ha alzato per mesi i tassi d'interesse, cosa che sembra aver avuto un effetto (infatti ha smesso di farlo, per il momento) ma che ha anche pesato sulle rate dei mutui per molti cittadini europei.

Perché l'inflazione è scesa così in fretta

Il calo dell'inflazione negli ultimi mesi è stato molto rapido, e ha coinvolto tutta Europa – nonostante il governo Meloni abbia provato a dare il merito al carrello tricolore – ma è stato legato in parte a un "effetto statistico", come l'ha spiegato l'Istat.

In questo periodo nel 2022 i prezzi dell'energia erano altissimi, e avevano raggiunto un picco che non si vedeva da anni. Un anno dopo, ora che sono tornati su livelli ‘normali', la differenza è enorme: il prezzo dei beni energetici regolamentati è sceso del 22,5% rispetto a un anno fa, quello dei beni regolamentati del 34,9%. Così l'inflazione oggi è molto bassa, tecnicamente, ma quando si inizierà a fare il confronto con un periodo più regolare è probabile che tornerà a salire leggermente. Già da dicembre, come ha segnalato anche la presidente della Bce Christine Lagarde in una recente conferenza stampa.

Cosa cambia per le spese quotidiane

Il dato più interessante per vedere l'andamento ‘realistico' dei prezzi è quello sull'inflazione di fondo, cioè quella che non tiene conto né degli alimentari freschi né dell'energia (le due cose che cambiano in modo più rapido e imprevedibile): a novembre è scesa al 3,6% mentre a ottobre era al 4,2%, e questo dà una buona indicazione sul fatto che effettivamente un calo c'è, anche se graduale.

Per quanto riguarda gli acquisti quotidiani che si possono fare nei negozi e al supermercato, poi l'Istat ha un dato a parte per il ‘carrello della spesa', che misura solo come vanno i prezzi degli alimentari e dei prodotti per la pulizia della casa e per l'igiene personale. Qui il dato è ben più alto dello 0,7% generale: i prezzi sono ancora più alti del 5,4% rispetto a un anno fa. Certo, anche questo dato è in calo rispetto al mese scorso, quando era al 6,1%, quindi anche per le famiglie al supermercato i prezzi stanno rallentando, ma si parla ancora di un aumento significativo.

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