I piccoli ospedali si salvano dalla spending review
Per le 17 di oggi è stato convocato un Consiglio dei ministri durante il quale con ogni probabilità sarà approvato il decreto legge sulla "spending review", nel quale non saranno inclusi i tagli sui piccoli ospedali. Il provvedimento, che prevedeva la chiusura di tutte le strutture ospedaliere con meno di 80 posti letto, sarebbe infatti stato eliminato dall'elenco delle misure sulla "revisione della spese" indette dal Governo Monti. Ha vinto, quindi, la linea Balduzzi: il ministro della Salute si era opposto con decisione al provvedimento che avrebbe cancellato oltre cento ospedali, bypassando, a suo parere, la potestà regionale in materia di sanità. In realtà, i dati riportati dal Ministero, riferiscono di una lista di 257 strutture in Italia con meno di 80 posti letto (tra quelle singole e quelle accorpate con altre, magari più grandi), ma ogni situazione locale è differente. Per evitare confusioni (e malcontento), si è deciso dunque di rigettare il provvedimento che, tra le altre cose, avrebbe portato nelle casse dello Stato una cifra tutt'altro che consistente: appena 200 milioni di euro. A questo punto saranno le Regioni a valutare eventuali chiusure.
Ma la vittoria di Balduzzi sui piccoli ospedali, non basta a placare le polemiche sui tagli alla sanità, giudicati «irricevibili» dai presidenti delle Regioni, visto che «sono venite meno le normali relazioni istituzionali tra governo e regioni, incidendo negativamente sui principi costituzionali». Dello stesso avviso è pure l'Unione delle Province che parla di «tagli lineari a Regioni, Province e Comuni, che non premiano l'efficienza degli enti e incidono direttamente sui servizi ai cittadini». Laconico è il governatore della Puglia Nichi Vendola: «Credo che siamo a qualche millimetro di distanza da una clamorosa rottura tra diversi attori dello Stato».