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I lavoratori stranieri guadagnano il 20% in meno di quelli italiani

Un rapporto presentato assieme al ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge evidenzia quanto siano inferiori i salari per i lavoratori stranieri, anche a parità di mansioni.
A cura di Redazione
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È il Rapporto sulle diseguaglianze nei diritti e nelle condizioni di vita degli immigrati, presentato a Torino (dal presidente della Fondazione Gorrieri, Luciano Guerzoni, e da suor Guliana Gallo del Consiglio generale della Compagnia di San Paolo) con la partecipazione del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge a regalarci una chiave di lettura interessante sull'intera questione della cittadinanza, dell'immigrazione e dei diritti. Il dato centrale riguarda le retribuzioni medie dei lavoratori stranieri e mostra una flessione di oltre un quinto se paragonati ai salari corrisposti ai lavoratori italiani, anche a parità di anzianità e mansioni. Tra l'altro, se si considera il "reddito familiare disponibile, lo svantaggio quasi si raddoppia, salendo al 40%".

Dati che parlano da soli e che testimoniano anche la necessità di agire in una ottica di normalizzazione dei rapporti tra dipendenti stranieri e datori di lavoro. Anche perché la forbice si allarga in maniera ancora più netta se ci si riferisce alla possibilità stessa di collocazione nel mercato del lavoro, per un insieme di fattori che fa sì che il "58% delle persone che vive in famiglie di soli stranieri con cittadinanza di paesi a sviluppo non avanzato".

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