I giovani lavoratori italiani sono diminuiti di due milioni e mezzo in vent’anni
Due milioni e mezzo di giovani occupati in meno in vent'anni. Senza considerare neppure l'ultimo anno e mezzo condizionato dalla pandemia di Covid. I dati che emergono dal lungo report dell'Ufficio studi di Confcommercio sono a dir poco allarmanti e restituiscono una fotografia chiara, nei numeri, di cosa sta succedendo all'occupazione giovanile in Italia. Tra il 2000 e il 2019 i giovani occupati (parliamo della fascia d'età 15-34 anni) sono diminuiti di due milioni e mezzo, mentre, allo stesso tempo, è aumentato il numero dei giovani che non lavorano e non cercano un'occupazione, passati dal 40% al 50%. E ancora: tra il 2004 e il 2019 i lavoratori giovani dipendenti sono calati del 26,6%, quelli indipendenti sono crollati del 51,4%.
I dati sono negativi da ogni punto di vista: nello stesso tempo sono sparite 156mila imprese giovanili, che ora sono meno del 9% delle aziende totali, contro l'11,5% del 2011. Per completare il cerchio 345mila giovani sono espatriati negli ultimi dieci anni. Il quadro tracciato da Confcommercio viene definito "sconfortante", ma secondo il presidente Carlo Sangalli una possibilità c'è per invertire questa rotta: "È fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Pnrr destinate ai giovani soprattutto per quanto riguarda formazione, incentivi e semplificazioni burocratiche". E ancora: "Favorire nel nostro Paese l'imprenditoria giovanile è la risposta più efficace alle sfide della competizione internazionale e della globalizzazione".
Il confronto con gli altri Paesi europei, poi, è impietoso: in Germania negli ultimi vent'anni i giovani occupati sono diminuiti dieci volte meno: da noi 2,5 milioni, da loro 235mila. Ancora più inquietante è il paragone se si parla dei cosiddetti "neet": Not in Education, Employment or Training, insomma un giovane che non studia, non lavora e non si forma. In Italia rappresentano un vero e proprio record europeo: prima della pandemia di Covid erano due milioni, il 22% della popolazione totale per quella fascia d'età. In Spagna sono il 15%, in Germania il 7,6%.