video suggerito
video suggerito

I dati dell’Istat sull’inflazione: “Prezzi rallentano, nel 2023 indice si ferma al 5,7%”

“Nella media 2023 i prezzi al consumo risultano accresciuti del 5,7% rispetto all’anno precedente, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022”, lo riporta l’Istat, nelle sue stime sull’inflazione.
A cura di Annalisa Girardi
84 CONDIVISIONI
Immagine

Nel 2023 è calata l'inflazione. Se l'anno precedente si attestava all'8,1%, in quello appena concluso si è fermata al 5,7%. Sono le stime preliminari dell'Istat che evidenziano come nel 2023 in media i prezzi al consumo abbiano rallentato. "Prosegue a dicembre, secondo le stime preliminari, la fase di flessione dell’inflazione, scesa a 0,6% dall’11,6% del dicembre 2022. Nella media 2023 i prezzi al consumo risultano accresciuti del 5,7% rispetto all’anno precedente, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022", si legge nel documento pubblicato oggi dall'Istituto nazionale di statistica.

I dati dell'Istat sul 2023

Il calo, prosegue il report, è dovuto principalmente al "venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici", che si sono attestati al +1,2%, dal +50,9% del 2022.

Fonte: Istat
Fonte: Istat

Anche se in netto calo rispetto al 2022, l'indice dell'inflazione resta comunque molto più elevato del parametro auspicato a livello europeo, che lo vorrebbe al 2%. L'Istat spiega:

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,4% anche a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari non lavorati (+0,7%) e dei Beni durevoli e non durevoli (entrambi +0,5%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-3,5%) sia non regolamentati (-2,1%).

L'inflazione a livello europeo

A livello europeo è l'Eurostat a certificare l'andamento dell'inflazione. La discesa che era stata registrata nei mesi scorsi si è arrestata a dicembre: l'indice che misura l'andamento dei prezzi al consumo si è attestato al 2,9% rispetto al 2,4%. Su questa percentuale pesa la riduzione dei prezzi dell'energia meno marcata, una flessione del 6,7% contro l'11,5% precedente.

Il commento dei consumatori

A commentare i dati di Istat ed Eurostat sono le associazioni dei consumatori. "I dati Istat sull'inflazione del 2023 dimostrano come l'emergenza prezzi sia tutt'altro che superata in Italia, con le famiglie che hanno dovuto affrontare lo scorso anno una vera e propria mazzata", hanno detto da Assoutenti. E ancora: "I rincari hanno pesato su beni primari di cui i cittadini non possono fare a meno, costringendo le famiglie a ridurre i consumi in altri settori, ricorrere ai risparmi per sostenere le spese o indebitarsi. Il 2024 deve essere l'anno della svolta sul fronte dei prezzi, e in tal senso il governo deve attivarsi combattendo le speculazioni che si annidano nella formazione dei listini al dettaglio in tutti i settori".

Dal Codacons invece hanno sottolineato come il rialzo dei prezzi che ha colpito tutti i settori nel 2023 sia costato in media 1.796 euro in più a famiglia sulla normale spesa annua. Anche il Codacons ha lanciato un appello al governo: "Il rallentamento dell’inflazione nell’ultimo periodo dell’anno è da attribuire unicamente all’andamento al ribasso dei beni energetici, mentre per i beni primari come gli alimentari la crescita dei prezzi rimane sostenuta Le misure di contrasto adottate dal governo, dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina, non hanno avuto gli effetti sperati, e speriamo che nel 2024 si introducano provvedimenti davvero efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini".

84 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views