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Gualtieri conferma il crollo del Pil nel primo semestre: -15%

Nelle premesse del Documento di economia e finanza, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, scrive le previsioni sul Pil italiano: nel primo semestre del 2020 sarà -15%, quello finale del 2020 sarà -8%. Gualtieri prevede un calo della pressione fiscale e parla del decreto aprile da 55 miliardi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nel primo semestre del 2020 il Pil italiano crollerà a causa dell’emergenza Coronavirus: -15%. Questa è la previsione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, riportata nella premessa del Documento di economia e finanza. “In considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e di queste difficili prospettive di breve termine – scrive il ministro dell’Economia – la previsione ufficiale del Pil per il 2020, che risaliva alla Nota di Aggiornamento del Def del settembre scorso, è stata abbassata da un aumento dello 0,6% ad una contrazione dell’8%. Questa nuova previsione sconta una caduta del PIL di oltre il 15% nel primo semestre ed un successivo rimbalzo nella seconda metà dell'anno”.

La pressione fiscale scenderà, scrive ancora Gualtieri: “Una volta inclusi gli effetti del decreto in corso di preparazione e il beneficio degli 80 euro mensili (che diventeranno 100 con il taglio del cuneo fiscale sul lavoro già  legiferato), la pressione fiscale scenderà dal 41,9% del 2019, al 41,8% nel 2020 e al 41,4% nel 2021”.

Gualtieri si sofferma anche sulle restrizioni e sulle limitazioni alle attività produttive: “Le misure di distanziamento sociale e le chiusure produttive sono state estese fino ai primi di maggio e si prevede che la successiva riapertura delle attività produttive procederà per gradi”. Per quanto riguarda il decreto aprile, gli effetti “sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato “ammontano a 155 miliardi di euro nel 2020 e 25 miliardi nel 2021, a cui si sommano, per il 2020, i 25 miliardi del decreto Cura Italia”.

Il decreto aprile prevede una cifra da 55 miliardiin termini di maggiore indebitamento netto su quest'anno e 5 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico. L'intervento sul 2020 è equivalente al 3,3% del Pil, che assommato al Cura Italia porta al 4,5% del Pil il pacchetto complessivo di sostegno all'economia, a cui si aggiungono garanzie per circa il 40% del Pil”. Il governo, inoltre, ha deciso “di includere nel nuovo decreto l'eliminazione degli aumenti dell'Iva e delle accise previsti dal 2021”.

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