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Grecia, doccia gelata dall’UE: “Non concederemo nessun aiuto a marzo”

Stop del presidente dell’Eurogruppo Dijissembloem alla vigilia degli incontri a Bruxelles: “La lista delle riforme del governo Tsipras è incompleta, niente prestiti”. Il ministro Varoufakis: “Se è così faremo referendum sull’euro”. Ma poi corregge il tiro.
A cura di Biagio Chiariello
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La lista di riforme che la Grecia ha inviato all'UE in vista dell'Eurogruppo di lunedì è "lontana dall'essere completa" e per essere attuata richiederà "tempi lunghi". Lo ha affermato il presidente Jeroen Dijsselbloem, secondo quanto scrive l’agenzia Bloomberg, parlando ad Amsterdam alla vigilia dell'incontro dei ministri economici dell’Eurozona che dovranno esprimersi in merito al programma presentato dal ministro dell’Economia di Atene, Yanis Varoufakis e dal premier Alexis Tsipras. Il giudizio rappresenta una doccia fredda per Atene:  "Nessuna tranche di aiuti – ha aggiunto Dijsselbloem – verrà versata alla Grecia nel mese di marzo". Anche per questo motivo Tsipras ha passato la domenica lavorando alle relazioni in Europa, contattando prima di tutti il presidente Bce Mario Draghi e al presidente francese Francois Hollande. Al leader all’Eurotower, il primo ministro greco avrebbe ribadito il rispetto per l’indipendenza della Banca centrale europea, raccomandandosi che questa prende la distanza dell’Authority dai tentativi di pressione politica. Col presidente francese, Tsipras avrebbe manifestato la volontà di incontrarsi presto a Parigi.

 Varoufakis: "Se è così faremo referendum sull'euro"

In merito all’eventualità che l’UE non accetti il piano di Atene, il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha gi parlato di due sole ipotesi: referendum o elezioni anticipate. “L’idea che proponiamo ai partner europei è quella di un progetto che ridia alla Grecia la possibilità di crescere e fermare la crisi umanitaria”, ha detto Varoufakis. La proposta del governo Tsipras è “la sostituzione del debito attuale con titoli legati alla crescita nominale”. Se questa idea non venisse condivisa a Bruxelles “potrebbero esserci problemi – ha detto ancora- . Come mi ha detto il mio primo ministro, non siamo ancora incollati alle poltrone. Possiamo tornare alle elezioni. Convocare un referendum”. Qualche ora dopo però ha corretto il tiro. Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis intendeva "un referendum sulle misure" da adottare per uscire dalla crisi e non un referendum sull'euro", hanno detto fonti dell’esecutivo di Atene.

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