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Gentiloni e tutti gli altri. Ecco chi comanda davvero nella nuova Commissione Europea

Una polpetta avvelenata: così gli eurocrati commentano la nomina dell’ex presidente del consiglio a Commissario europeo per l’economia. Flessibilità e crescita le parole d’ordine, ma anche rispetto delle regole. Per capire chi comanda, però, occhio a Timmermans, Vestager e alla sorpresa Goulard.
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Le cadeau empoisonné, la polpetta avvelenata. Così, a Bruxelles, eurocrati di lungo corso e lobbisti commentano la nomina di Paolo Gentiloni a commissario europeo all’economia. Perché da domani l’ex presidente del consiglio italiano avrà tutti gli occhi addosso. Quelli dei suoi connazionali, che sperano conceda all’Italia margini di spesa più ampi di quelli previsti dal documento di economia e finanza. E quelli del resto d’Europa, che lo aspettano al varco, pronti a fare fuoco se farà eccessive concessioni a Conte e Gualtieri.

Flessibilità e crescita

Serviranno doti da equilibrista, al mite Paolo, per riuscire a non scontentare nessuno. Ma nel contempo, potrà contare sul mandato pieno che le ha attribuito la presidente Ursula Von Der Leyen, che nella sua lettera di missione, che definisce punto per punto, gli obiettivi di ciascun commissario – in Europa si usa così – ha dato a Gentiloni pieno mandato di usare “tutta la flessibilità possibile” per creare un contesto economico europeo “favorevole alla crescita”. Le regole non si toccano, insomma, ma il neo commissario italiano potrà tirarle in ogni direzione, per consentire spazi di manovra ai Paesi con poca capacità di spesa, a patto che lo usino per far crescere l’economia. Rispetto alla commissione Juncker è un cambio di passo quasi epocale, che segna un punto a favore dei socialisti e dei Paesi del Sud Europa. Se il buongiorno si vede dal mattino, hanno vinto loro.

Non è solo Gentiloni, tuttavia, la cartina tornasole per leggere il destino della nuova Commissione Von Der Leyen. Per capire la direzione di marcia, bisogna rivolgere lo sguardo ad altre tre figure chiave: quella di Frans Timmermans, vice presidente e commissario al green deal; quella di Margrethte Vestager, vice presidente con delega all’Europa digitale; e quella di Sylvie Goulard, commissaria al mercato interno.

Kaiser Frans e Queen Margrethe

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Timmermans e Vestager sono le due vere superstar della Commissione Von Der Leyen. Entrambi spitzenkandidat, candidati presidente, alle ultime elezioni europee, entrambi commissari uscenti già protagonisti con Juncker, Timmermans e Vestager hanno le due deleghe davvero di peso di questa nuova legislatura europea.

A Timmermans tocca la rivoluzione verde: è lui che avrà il compito di tagliare le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030. E soprattutto è lui che dovrà implementare la famigerata carbon tax, di fatto un dazio alle importazioni di combustibili fossili. Ed è lui che i lobbisti dell’energia e i grandi esportatori come la Russia attendono al varco coi fucili spianati, così come del resto gli ambientalisti alla Greta Thunberg. Nello scorso mandato, Timmermans, socialista e olandese, fu colui che iniziò un violento braccio di ferro con la Polonia e l’Ungheria, contro le modifiche costituzionali promosse dai governi guidati da Mateusz Morawiecki e Viktor Orban, che secondo Timmermans andavano contro lo stato di diritto europeo. Una battaglia vinta, che Timmermans spera di replicare contro i giganti degli idrocarburi.

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Vestager invece è la grande anomalia di questa commissione. Per la prima volta un commissario alla concorrenza viene riconfermato nel suo incarico. E, non bastasse, raddoppia pure i suoi poteri, aumentando il numero dei direttori generali che riporteranno a lei. Era stata lei stessa, più volte, a chiedere i superpoteri consapevole che il commissario alla concorrenza poteva intervenire solamente ex post, ad esempio per multare i giganti del tech che non pagano le tasse, e che serviva pure una regolamentazione ex ante. Missione compiuta: Vestager avrà il compito di progettare il mercato digitale dell’Unione Europea. Non la migliore notizia dell’universo per i lobbisti brussellesi di Google, Facebook, Apple e Amazon. Web tax in arrivo?

La sorpresa Goulard

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Attenzione all’outsider, però. Perché la vera sorpresa di questa commissione europea potrebbe essere Sylvie Goulard. Italo-francese, il suo vero cognome è Grassi, collaboratrice e amica di Mario Monti,  l’ex ministra alla difesa folgorata sulla via di Macron avrà la delega, pesantissima, al mercato interno. È lei che si dovrà occupare di cybersecurity, con tutta le questioni aperte con Huawei e l’avvento del 5G, lei che dovrà costruire una vera industria della difesa europea, lei che avrà il compito di cambiare la politica industriale europea verso la nascita di nuovi grandi campioni europei. Un anno fa, la fusione tra Siemens e Alstom, promossa da Merkel e Macron, saltò per l’opposizione di Margrethe Vestager. Toccherà a Goulard, oggi, insidiare il potere della Regina Margherita della Commissione Europea. Auguri.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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