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Fmi: “L’Italia non ha un futuro radioso né sereno, avanti con le riforme”

“L’Italia, con le condizioni attuali, non è un Paese per cui si possa assicurare un futuro radioso, o quantomeno sereno”: lo ha detto il direttore esecutivo Fmi, Andrea Montanino, presentando il Country report sul nostro Paese.
A cura di Susanna Picone
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Il capo missione Fmi Kenneth Kang
Il capo missione Fmi Kenneth Kang

“L’Italia, con le condizioni attuali, non è un paese per cui si possa assicurare un futuro radioso, o quantomeno sereno”: a giudicare in questi termini il nostro Paese è stato il direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, Andrea Montanino. Un giudizio arrivato nel corso della presentazione del rapporto dell’istitito sull’Italia, alla Luiss di Roma. Secondo quanto affermato da Montanino, “la crescita potenziale dell’Italia di fatto crolla per gli anni futuri, siamo inchiodati allo 0,5%”. L’economista ha sollecitato l’esecutivo ad andare avanti con le riforme strutturali. Secondo l'Fmi il governo deve inoltre aiutare le imprese ad essere meno dipendenti dal credito bancario: per Montanino per l’Italia, così come per l’Europa in generale, è arrivato il momento di aprire seriamente un mercato dei capitali. “Siamo banco-centrici – ha spiegato il direttore esecutivo dell’Fmi – bisogna fare di più”. A tal proposito ha citato il forte sviluppo del private equity negli Stati Uniti, dove questo metodo di finanziamento è nove volte superiore a quello riscontrato in Europa. A suo dire “un elemento che si può realizzare facilmente è puntare di più sul mercato dei capitali”. Montanino ha detto anche che, comunque, l'Italia “ha tra le finanze pubbliche più sane del mondo”.

Fmi: tagliare tasse sul lavoro e pensioni

Kenneth Kang, a capo della missione Fmi per l’Italia, ha chiarito che L’Italia resta “un paese vulnerabile” sui mercati, anche se “il debito pubblico è sostenibile”. È necessario, insomma, cambiare passo per evitare conseguenze gravi nei prossimi anni. Secondo Kenneth Kang per crescere l’Italia ha bisogno di ridurre le tasse sul lavoro, di fare investimenti pubblici, di rendere la spending review parte integrante del bilancio. A suo dire, inoltre, in Italia la spesa pensionistica è troppo alta, dunque “una riduzione della spesa pubblica non può non passare da una revisione della spesa pensionistica”.

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