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Fmi: i Paesi emergenti non vogliono che il successore di Strauss Kahn sia un europeo

In una nota congiunta i Paesi emergenti hanno fatto sapere di non gradire che il successore di Strauss Kahn al Fondo Monetario Internazionale sia un europeo.
A cura di Alfonso Biondi
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Ex direttore generale del Fmi

Dopo le dimissioni rassegnate dall'ex direttore Dominique Strauss Kahn, accusato di violenza sessuale nei confronti di una cameriera, il Fondo Monetario Internazionale non ha ancora individuato chi siederà sulla poltrona lasciata vacante dal francese. Una cosa, però, è certa: i Paesi emergenti non vogliono che il prossimo direttore sia un europeo. In una nota del Brics (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si legge infatti che "la situazione richiede l'abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo". I paesi emergenti fanno inoltre sapere di essere preoccupati a causa delle "recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell'Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi".

Il brasiliano Paulo Nogueira Batista, il russo Alexei Mojine, l'indiano Arvind Virmani, il cinese He Jianxiong e il sudafricano Moeketsi Majoro rivendicano una maggiore apertura nei loro confronti, ambendo, perché no, a concedere a un proprio cittadino il prestigioso incarico. Anche perché "diversi accordi internazionali hanno spinto perchè ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Direttore Generale del Fondo e delle altre posizioni di rilievo nell'organigramma delle istituzioni di Bretton Woods".

Per la carica di direttore generale del Fondo sarà possibile presentare le candidature fino al 10 giugno. Per ora i Paesi del Brics non hanno fatto ancora alcun nome, pur lasciando emergere la loro volontà di conferire l'incarico a un cittadino di un paese emergente. L'Europa, invece, ha già individuato un possibile successore di Strauss-Kahn: si tratta di Christine Lagarde, Ministro dell'Economia francese. Una candidatura quella di Lagarde senza dubbio di un certo spessore, una candidatura che però potrebbe trovare forti resistenze da parte di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Adesso bisognerà quindi aspettare una proposta da parte del Brics e l'Europa, giocoforza, dovrà tenerla necessariamente in considerazione.

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