Fincantieri prova a sfruttare il momento favorevole: il gruppo navalmeccanico italiano guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Bono ha da poco ottenuto maxi commessa del valore di oltre 3,2 miliardi di euro per realizzare 4 navi da crociera di nuova concezione (con opzioni per altre 2) del valore di listino di 800 milioni di euro l’una per Norwegian Cruise Line, ma non dorme certo sugli allori ed oggi ha annunciato un accordo di collaborazione “ad ampio raggio” con Ferretti Group che riguarda tanto la nautica da diporto in particolare il segmento dei “super yacht”, quanto il settore della difesa e sicurezza.
Un settore, quest’ultimo, che potrebbe presto riservare novità importanti per Fincantieri, i cui vertici sono volati a Sydney per una serie di incontri istituzionali, in attesa dell’esito della gara per il programma Future Frigates – SEA 5000, cui il gruppo italiano partecipa proponendo il proprio modello di fregata FREMM, già in servizio per la Marina Militare italiana e che prevede la costruzione di 9 fregate di futura generazione per la Royal Australian Navy (RAN), per un valore complessivo di circa 35 miliardi di dollari australiani, ovvero oltre 48 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la commessa di Norvegian Cruise Line, si prevede che le navi, 300 metri di lunghezza, 140.000 tonnellate lorde di stazza ed in grado di accogliere circa 3.300 ospiti ciascuna, saranno consegnate nel 2022, 2023, 2024 e 2025 (le due opzionate sarebbero eventualmente consegnate nel 2026 e 2027), uno degli aspetti determinanti che hanno fatto pendere la bilancia a favore dell’offerta italiana è stato l’apporto di Cdp e di Sace, insieme con altri soggetti del credito all’esportazione, che ha permesso a Fincantieri “di proporre un pacchetto tecnico-commerciale e finanziario attraente” in particolare per quanto riguarda il finanziamento dell’80% del prezzo di contratto di ciascuna nave.
La produzione del primo troncone delle navi da crociera di Norvegian Cruise Line, destinate a prendere il largo da Trieste, ma col supporto dei lavoratori di altri cantieri italiani (in particolare di quello di Castellammare di Stabia, per il quale a fine 2016 è arrivata la rassicurazione dai vertici del gruppo di commesse sufficienti a dare lavoro per almeno i prossimi tre anni a tutto il personale) potrebbe partire già a metà marzo, con il ritorno presso il cantiere campano degli operai attualmente in trasferta a Trieste.
Il cantiere di Castellammare di Stabia, del resto, dopo aver più volte rischiato la chiusure definitiva appare in pieno rilancio, col rientro dalla cassa integrazione (avviata fin dal 2008) di oltre 550 operai avvenuto a fine gennaio e l’avvio dei lavori per la realizzazione dell’unità anfibia multiruolo Lhd (Landing helicopter dock) per la Marina Militare la cui commessa da 1,1 miliardi di euro (di cui circa 853 milioni di euro a Fincantieri e circa 273 milioni a Selex ES, gruppo Leonardo) venne aggiudicata nel novembre 2015 con consegna prevista nel 2021.
L’accordo con Ferretti dovrebbe invece a breve concretizzarsi su specifici temi e opportunità di business, spaziando dal settore civile a quello militare, sia in Italia sia a livello internazionale e sarà interessante vedere se e come potrà, eventualmente, avere un impatto nella trattativa già avviata da Fincantieri per arrivare a controllare la quota di maggioranza dei cantieri navali di Saint-Nazaire del gruppo Stx France. Nonostante il crescere delle tentazioni populiste in tutta Europa rischi di ostacolare operazioni transnazionali (come ad esempio l’acquisizione di Opel da parte di Peugeot), il governo di Parigi per ora ha confermato il suo via libera, a condizione che la quota di maggioranza non sia detenuta unicamente da Fincantieri.
Questo potrebbe significare che oltre al 33,4% in mano al Tesoro francese, accanto a Fincantieri potrebbe esserci anche il gruppo francese Dncs, produttore di navi per il settore militare: potrebbe forse esserci spazio anche per Ferretti nell’accordo? Comunque vada, gli analisti di Kepler Cheuvreux giudicano favorevolmente l’acquisizione del controllo di Stx France da parte del gruppo italiano, che così consoliderebbe attorno al 55% la sua quota settore della cantieristica da crociera in Europa (contro il 45% in mano al gruppo tedesco Meyer Werft). In attesa di novità dall’Australia, se son rose fioriranno.