Dopo la restituzione del prestito ricevuto dal Governo USA, annunciata nel corso di un particolare cerimonia, Fiat compie un ulteriore passo in Chrysler. Infatti, l'azienda torinese ha reso noto di aver raggiunto l'accordo con il Tesoro Usa per l'acquisto del 6% di azioni nella mani del Governo per una cifra vicina ai 560 milioni di dollari. In tal modo, Fiat passa al 52% di azioni e diventa in buona sostanza la controllante principale del gruppo di Detroit. Una svolta che gli analisti non esitano a definire epocale, ma anche la testimonianza della consistenza di un progetto industriale nato tra polemiche e difficoltà.
In particolare, giova ricordare la vera e propria bufera politica sollevatasi negli States a seguito della disponibilità del Governo a concedere il famoso prestito di 6 miliardi di dollari per il "salvataggio" del gruppo automobilistico. Un debito che Chrysler ha ripagato dopo soli due anni, come sottolineato proprio da Marchionne qualche settimana fa a Detroit. E l'annuncio dell'ulteriore acquisizione arriva proprio nella giornata di oggi, con la visita agli stabilimenti Chrysler di Toledo, in Ohio, da parte del Presidente Barack Obama, che si era esposto in prima persona per il bailout del gruppo.
"L'accordo raggiunto oggi, che sancisce l'uscita definitiva del Tesoro statunitense dalla compagine azionaria del Gruppo Chrysler, non attenua il senso di gratitudine che proviamo verso l'amministrazione del Presidente Obama per aver creduto, due anni fa, nella partnership con Fiat", queste le significative parole di Marchionne (riportate da Il sole 24ore) indirizzate alla Presidenza degli States. Ma in generale si tratta, come sottolineato ancora dal manager abruzzese, di una "operazione che non permette solo alla Fiat di rafforzare la propria posizione in Chrysler, ma accelera anche il nostro progetto di integrazione, mirato a creare un costruttore globale, efficiente e competitivo". Intanto il titolo fa un ulteriore balzo in Borsa, anche dopo che l'operazione ha incassato il placet della famiglia Agnelli.