Fase 2 Coronavirus, quali attività ripartiranno prima e quali lavoratori sono più a rischio
Da una parte limitazioni agli spostamenti, soprattutto per alcune categorie di cittadini. Dall’altra una graduale riapertura delle attività che potrebbe iniziare anche prima del previsto, ovvero in anticipo rispetto al 4 maggio. La fase due dell’emergenza Coronavirus deve ancora essere definita, ma sempre più elementi emergono in queste ore. Non senza dubbi, riguardanti soprattutto la ripresa delle attività produttive. Le prime regole sembrano riguardare gli spostamenti, intanto: limitati per gli over 70 e per i minorenni, con tanto di divieto di assembramenti e incontri sia al chiuso che all’aperto per i più giovani. Non solo rispettando le regole del distanziamento, ma anche permettendo gli incontri solo a poche persone per volta.
La riapertura di fabbriche e aziende
Per quanto riguarda le aziende si potrebbe ripartire, gradualmente, già dopo il 25 aprile, con le aziende dei settori moda e auto. Il criterio da seguire sarà quello dei codici Ateco: un decreto ministeriale dovrebbe individuare quali attività ripartiranno prima. Se ne discuterà già lunedì in Consiglio dei ministri, affrontando anche il tema dello sblocco dei cantieri e della ripartenza delle attività considerate a rischio basso. Altra idea è quella di valutare non solamente i codici, ma anche e soprattutto le fabbriche che riescono ad attuare le misure di distanziamento e, in generale, di sicurezza. Tanto che al Mise si spinge per riprendere con queste attività già il 22 aprile. Ma i sindacati, così come parte della maggioranza, frenano. E anche i tempi sembrano essere troppo stretti.
Le nuove regole per aziende e i negozi
Con la ripartenza aziende e negozi dovranno adeguarsi alle nuove regole. Chi apre deve seguire un protocollo molto rigido. Intanto sulla pulizia delle sedi, da effettuare due volte al giorno. Ma anche sulla fornitura di dispositivi: mascherine, guanti e gel disinfettante dovranno sempre essere forniti ai lavoratori. Ancora, si dovrà provvedere a ingressi limitati e a regole per il rispetto del distanziamento: quindi ancora smart working, almeno all’inizio, e distanza tra i lavoratori. Inoltre ogni azienda dovrà avere un medico di riferimento, nei casi delle grandi aziende anche interno. Altrimenti bisognerà fare riferimento alle Asl.
Le classi di rischio per i lavoratori
Il governo valuterà quali attività potranno riprendere prima anche sulla base del rischio integrato per le singole classi di lavoratori. Una tabella riporta le categorie di rischio in base all’attività che si svolge. Molti settori sono a basso rischio, come l’agricoltura, la pesca, tutta l’industria manifatturiera, l’editoria, le agenzie di viaggio e le biblioteche. Rischio medio per la ristorazione e le attività sportive, ovvero per la riapertura di ristoranti, bar e palestre. Così come per i trasporti e per la scuola. Alto, invece, il rischio per il trasporto aereo, l’assistenza sociale e l’assistenza sanitaria.