Far West Pomigliano, la paura divide i lavoratori (VIDEO)
Solo pochi giorni fa la Corte d'Appello di Roma aveva dato ragione agli operai Fiom dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. Il tribunale, che ha condannato in primo grado il Lingotto per aver discriminato i dipendenti iscritti alle tute blu della Cgil, ora ha rigettato il ricorso. I 145 operai dovranno essere reintegrati.
La tensione, però, non si stempera. Da alcuni giorni gira in fabbrica una strana petizione, firmata da più di 1700 persone. Sono lavoratori già riassunti nella new company Fabbrica Italia, che hanno paura di perdere il posto. A loro fa da cassa di risonanza la Fim Cisl: pur volendo che "tutti i lavoratori possano rientrare in fabbrica – afferma Giuseppe Terracciano, segretario della Fim Cisl di Napoli – Noi siamo d'accordo con le preoccupazioni di chi è dentro e si vede in pericolo". Per la Fim Cisl e per la Fismic, la sentenza del tribunale "crea dipendenti di serie A e dipendenti di serie B". Perché intanto, le assunzioni di altri operai, anche non iscritti alla Fiom, vanno a rilento.
Ma per quale motivo la Fiat, che aveva assicurato che tutti gli operai sarebbero rientrati in fabbrica, dovrebbe mettere in dubbio le assunzioni già fatte e smettere di riassumere? La risposta più evidente sta nella cassa integrazione: oltre ai periodi già stabiliti, sono state decise altre due settimane a dicembre. E il 30 ottobre l'amministratore delegato Sergio Marchionne annuncerà il nuovo piano industriale dopo che il progetto Fabbrica Italia, per lui, è già messo in archivio.
Ecco la petizione:
