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Eurogruppo, continua lo scontro su Eurobond e Mes: l’Olanda blocca il compromesso

“L’Olanda rimane contraria all’idea degli eurobond, crediamo che creerebbero più problemi che soluzioni per l’Ue. Saremmo obbligati a garantire il debito per altri Paesi, il che non è affatto ragionevole”, ha scritto il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra. Dopo 16 ore di negoziati, ancora nessun accordo per l’Eurogruppo, la cui decisione è stata rinviata a oggi: il raggiungimento di un compromesso sarebbe stato bloccato dall’Olanda, che continua a negare l’utilizzo degli eurobond e allo stesso tempo di un Mes privo di condizionalità.
A cura di Annalisa Girardi
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È stata rinviata a oggi la decisione in merito alla risposta comune più appropriata dell'Ue alla crisi economica generata dall'emergenza coronavirus. Nessun accordo, dunque, per l'Eurogruppo riunitosi martedì in videoconferenza. Dopo circa 16 ore di negoziati, i lavori sono stati sospesi in assenza di un'intesa e tutto è stato rimandato a oggi. A bloccare il raggiungimento di un compromesso sarebbe stata l'Olanda, l'unico Stato a non aver accettato il quadro su cui tutti gli altri Paesi dell'Eurozona avrebbero invece convenuto.

La riunione dei ministri delle Finanze dei Paesi Euro è seguita a settimane di polemiche tra i Paesi del Mediterraneo e quelli del Nord Europa: da un lato Italia, Spagna, Portogallo e Francia chiedevano una risposta straordinaria che prevedesse l'utilizzo di speciali eurobond in modo da condividere a livello europeo il peso della crisi, mentre dall'altro Germania e Olanda continuavano a insistere sul ricorso a strumenti già esistenti, come il Meccanismo europeo di stabilità.

"Nonostante i progressi nessun accordo ancora all'Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all'atezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise", ha commentato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. "Rinvio senza accordo dopo 16 ore di riunione. La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa", ha invece affermato il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

Oltre al fondo Salva-Stati, si sono anche discussi gli aiuti che potrebbero arrivare dalla Banca europea degli investimenti, il fondo Sure, il nuovo piano economico dell'Ue contro la perdita di posti di lavoro, e un fondo finanziato con obbligazione congiunte proposto dal ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire. Che ha scritto sulla sua pagina Twitter: "Dopo 16 ore di negoziati, ancora nessun accordo nell'Eurogruppo sulla risposta economica alla crisi da coronavirus. Riprenderemo domani. Insieme al ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz lanciamo un appello a tutti i paesi membri a essere all'altezza delle sfide eccezionali per ottenere una intesa ambiziosa".

Sul fondo Sure e sul nuovo ruolo potenziato della Bei sembrerebbe esserci un'intesa tra i vari ministri delle Finanze. Anche la proposta francese sarebbe stata accolta positivamente dagli Stati Membri, compresi quelli del Nord Europa: l'unico problema evidenziato a riguardo avrebbe più a che fare con le tempistiche del fondo, più che con la sua funzionalità in sé.

"In queste ore difficile, l'Europa deve rimanere unita. Insieme a Bruno Le Maire  chiedo pertanto a tutti i Paesi dell'Euro di non rifiutarsi di risolvere queste complesse questioni finanziare, ma di consentire il raggiungimento di un buon compromesso per tutti i cittadini e per tutte le cittadine", ha replicato il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz. La Germania si è dimostrata quindi meno rigida di quanto non avesse fatto presagire nelle scorse settimane, in cui aveva bocciato completamente le proposte dei Paesi mediterranei, temendo che queste si concretizzassero in una mutualizzazione del debito pubblico.

Per questo motivo, Berlino aveva rifiutato l'ipotesi di emettere speciali titoli di Stato a livello europeo (i cosiddetti coronabond) e aveva fatto pressione affinché si utilizzasse piuttosto il Mes per concedere prestiti agli Stati colpiti dall'emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi, tuttavia, gli stessi Paesi che avevano per primi proposto il ricorso agli eurobond avevano chiarito che questi avrebbero riguardato solo la spesa pubblica sostenuta in seguito all'inizio dell'emergenza, rassicurando che quindi il loro elevato debito pubblico non avrebbe finito per pesare sugli altri Paesi dell'Eurozona. La Germania, da parte sua, aveva aperto a un utilizzo del Mes spogliato delle ordinarie condizionalità per l'accesso al fondo.

Sarebbe stata invece l'Olanda a impedire che si raggiungesse un compromesso, continuando a chiedere precise condizioni per i prestiti erogati dal Mes. Un'eventualità alla quale l'Italia avrebbe continuato ad opporsi, in accordo con gli altri Paesi europei. "L'Olanda rimane contraria all'idea degli eurobond, crediamo che creerebbero più problemi che soluzioni per l'Ue", ha scritto il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra. "Saremmo obbligati a garantire il debito per altri Paesi, il che non è affatto ragionevole. La maggioranza dell'Eurogruppo è d'accordo con noi e non sostiene il ricorso agli eurobond".

Il ministro olandese ha continuato sottolineando che il Mes sia una sorta di paracadute ultimo per gli Stati in grave crisi finanziaria. "Secondo noi, l'utilizzo di questo fondo non può esistere senza qualche forma di condizioni. Continueremo a discutere su come gestire l'emergenza", ha concluso.

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