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Eurogruppo cerca la risposta alla crisi economica. Conte: “Mes no, eurobond sicuramente sì”

Oggi i ministri delle Finanze dell’Eurozona si riuniranno per discutere le misure economiche necessarie per far fronte alla crisi economica generata dall’emergenza coronavirus. A qualche ora dal tavolo il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha chiesto a tutti i Paesi europei di “fare un altro passo avanti nella risposta comune di fronte alla più grave crisi dopo la guerra”.
A cura di Annalisa Girardi
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Mancano poche ore alla riunione dell'Eurogruppo prevista oggi pomeriggio a Bruxelles. Un vertice attesissimo in cui si dovrà cercare di trovare la risposta adeguata alla crisi economica innescata dall'emergenza coronavirus dopo settimane di polemiche tra gli Stati membri, con i Paesi del Mediterraneo da un lato che spingono per il ricorso a speciali coronabond, mentre quelli del Nord Europa insistono sul ricorso a strumenti tradizionali come il Mes e la Bei.

Un appuntamento in cui convergeranno diverse tensioni: secondo il ministro della Finanza francese, Bruno Lemaire, ad essere in gioco è la stessa esistenza del progetto europeo, in quanto l'Unione "non sopravviverebbe a disparità troppo grandi" tra le economie dell'Eurozona, una conseguenza inevitabile se non si dovesse trovare l'intesa sulla risposta efficace alla crisi da Covid-19. "È una crisi mondiale paragonabile, per la sua violenza, a quella del 1929. Speriamo che i governi siano più saggi che nel 1929 nella loro risposta", ha detto il ministro francese.

Lo scontro tra Nord e Sud Europa

Da una parte, quindi, ci sono Paesi come l'Italia che spingono per la realizzazione di un fondo europeo che funzioni attraverso l'emissione di eurobond. In altre parole titoli europei che non riguarderebbero il debito pregresso dei vari Stati, ma assumerebbero il peso della spesa pubblica effettuata durante l'emergenza per far fronte alla crisi economica. A sostenere questa proposta ci sono anche Spagna, Portogallo e la Francia.

Ma un'ipotesi di questo tipo è completamente rifiutata dai Paesi nordici, come la Germania e l'Olanda, che non accettano una "mutualizzazione del debito". Da questa parte si preme per il ricorso a strumenti comuni, potenziati per rispondere alla crisi: in questo senso si potrebbe aumentare il peso della Bei, la Banca europea per gli investimenti, e allo stesso tempo permettere il ricorso al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, senza attuare vincoli di bilancio.

Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha chiesto a tutti i Paesi europei di "fare un altro passo avanti nella risposta comune di fronte alla più grave crisi dopo la guerra", chiamando a responsabilità e ambizione.

La posizione italiana

Tuttavia, presentando il Decreto Liquidità il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito: "Mes no, eurobond sicuramente si. Abbiamo già definito il Mes come uno strumento inadeguato. Gli eurobond invece sono una soluzione, una risposta seria ed efficace, adeguata all'emergenza che stiamo vivendo. Su questo io e il ministro Gualtieri siamo pienamente d'accordo. Aggiungo che quando abbiamo iniziato a discutere della questione a livello europeo, alcuni mi hanno suggerito di non intraprendere questa battaglia, che non appariva realistica. Ma la verità è che quando si difende il proprio Paese non si fanno calcoli. Lo dico con tutta la responsabilità e la prudenza che mi contraddistingue: la storia è con noi".

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