Elkann: “I giovani non lavorano perché stanno bene a casa”
Lo sapevate che il dramma della disoccupazione giovanile è colpa… dei giovani? A pensarla così è il presidente della Fiat John Elkann, che a Sondrio ha incontrato degli studenti delle scuole superiori e ha risposto ad alcune loro domande sul tema dell'istruzione: "Il lavoro c'è ma i giovani non sono così determinati a cercarlo", ha affermato il numero uno del Lingotto. "Se guardo a molte iniziative che ci sono, non vedo in loro la voglia di cogliere queste opportunità perché da un lato non c'è una situazione di bisogno oppure non c'è l'ambizione a fare certe cose". Secondo Elkann "ci sono tantissimi lavori nel settore alberghiero ma c'è tantissima domanda di lavoro ma c'è poca offerta perché i giovani o stanno bene a casa o non hanno ambizione".
Elkann ha raccontato le proprie esperienze professionali nei vari settori della Fiat, da quella in una fabbrica di Fari, in Inghilterra, a quella in uno stabilimento polacco, affermando che la decisione di entrare nel gruppo "non è stata una scelta forzata o imposta dalla famiglia, ma è stata una scelta voluta". Ad uno studente che gli ha domandato "perché lavori, visto che potresti non fare nulla?", il presidente della Fiat ha risposto: "Io e i miei fratelli abbiamo il desiderio di fare, di partecipare e questa è una grande motivazione per avere una vita positiva. Penso che sia più interessante fare una vita in cui sei impegnato e lavori con passione che fare una vita in cui sei in vacanza tutto il tempo, perché dopo un po' ci si annoia". "Non sono d'accordo", ha risposto lo studente tra le risate della platea. Elkann ha invitato ad approfondire gli studi nelle materie scientifiche "perché chi si laurea in ingegneria ha molte più probabilità di trovare lavoro e di essere ricompensato meglio. Per essere assunti nel gruppo Fiat, la componente scolastico-accademica è importante, sono importanti i voti come anche la valutazione del carattere".
Elkann ha anche commentato il referendum svizzero sull'immigrazione: "I nostri vicini in Svizzera – ha spiegato – hanno fatto un referendum per limitare i flussi migratori, ma se si va a guardare chi ha votato contro all'ingresso di stranieri sono proprio i posti in cui ci sono meno immigrati mentre nelle città dove ci sono più immigrati hanno votato a loro favore". Secondo Elkann "questo dimostra che chi ha provato l'immigrazione si rende conto che nella diversitè c'è maggiore ricchezza e che tutte le persone sono uguali".