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Draghi: “La realtà economica è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare al momento”

Mario Draghi torna a parlare dello stato dell’economia nell’era post Covid-19 durante la presentazione al G30 di un rapporto preliminare sulla ristrutturazione delle imprese dopo la pandemia. I sussidi pubblici e il credito garantito dai governi “stanno coprendo una realtà che è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare per il momento”, è l’allarme dell’ex numero uno della Banca centrale europea.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mario Draghi è per un "cauto realismo" sui risvolti economici della pandemia di Covid-19. In questi giorni l'ex numero uno della Banca centrale europea presenta, nella veste di co-presidente del gruppo di lavoro del G30 insieme al celebre economista indiano-americano Raghuram Rajan, un rapporto preliminare sulla ristrutturazione delle imprese dopo la pandemia. Scritto insieme a Douglas Elliott di Oliver Wyman e Victoria Ivashina della Harvard Business School, il documento si concentra sul futuro che avranno le aziende dopo gli shock e l'accumulo di debito, con i sussidi che le hanno mantenute in vita negli ultimi mesi.

In questo momento le insolvenze sono meno di quelle del 2019. La spiegazione di Draghi è semplice e allarmante allo stesso tempo: i sussidi pubblici e il credito garantito dai governi "stanno coprendo una realtà che è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare per il momento". Secondo l'ex presidente della Bce, offrire in continuazione nuovo credito a un'azienda che non è redditizia non la rimetterà in piedi. Quello che succederà è che "ci sarà un aumento dei crediti deteriorati in tutto il sistema bancario in gran parte del mondo". Perciò è importante preparare strategie per permettere agli istituti di evitare una stretta al credito nei prossimi mesi e anni: "Anche in futuro le piccole e medie imprese continueranno a dipendere dal sistema bancario, tutti vogliamo banche che continuino a sostenere l'economia e il settore privato ma, se il loro capitale viene assorbito dai crediti deteriorati, quel sostegno mancherà".

Un tema all'ordine del giorno è l'impiego del Recovery fund. "La sostenibilità del debito pubblico verrà giudicata anche da come verranno impiegati i fondi europei, i
progetti devono avere un rendimento elevato". Secondo Draghi, "quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no, se supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell'istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo".

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