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Dopo Campari e Lavazza anche Acqua San Benedetto vuole fare shopping

Dopo le recenti acquisizioni in Francia di gruppi come Campari e Lavazza un altro colosso italiano del settore alimentari e bevande, Acqua San Benedetto, si guarda intorno ed è pronto a crescere in Italia e all’estero…
A cura di Luca Spoldi
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Il settore alimentare e bevande da anni è uno dei motori dell’economia italiana, spesso al centro della cronaca finanziaria per acquisizioni miliardarie di marchi “made in Italy” da parte di gruppi stranieri. Ma a volte sono gli italiani a muoversi e fare shopping in patria e all’estero. Per festeggiare i suoi primi 60 anni, ad esempio, il gruppo Acqua San Benedetto starebbe valutando acquisizioni sia in Italia sia all’estero, come ha confermato alla stampa il presidente e amministratore delegato Enrico Zoppas secondo cui n particolare il gruppo guarda a Spagna, Ungheria e Polonia, mercati in grado di crescere con tassi intorno al 3%-4% all’anno.

Acqua San Benedetto opera ed è dunque interessata a valutare acquisizioni Siamo sia nel settore delle bibite sia dell’acqua. Al termine di un 2015 a due velocità (un primo semestre in leggera frenata e un secondo semestre caratterizzato da una decisa espansione delle vendite), il fatturato del gruppo è salito sino a 730 milioni, 50 milioni (+7,35%)  in più del 2014. Prima nel settore delle bevande col 13,1% di quota di mercato (in base ai volumi) e seconda in quello dell’acqua dietro al colosso svizzero Nestlè col 12,9%, Acqua San Benedetto in questi anni ha già comprato i marchi Acque Rionero e la fonte Viggianello.

Ormai però in Italia, paese dove si bevono in media 190 litri d’acqua all’anno, il mercato, anche nel settore delle bibite (dove la cola sta peraltro cedendo quote di mercato a favore di bevande più salutiste e senza zuccheri), il mercato è sempre più saturo. Logico dunque guardare all’estero con l’intenzione di non limitarsi a fare “campagne acquisto” più o meno oculate e mirate, ma anche a rafforzare la distribuzione in mercati chiave come Germania, Francia e Stati Uniti in primis, per poi puntare a Russia e Cina (magari una volta che il quadro macroeconomico di entrambi i paesi sarà più chiaro).

Una strategia di crescita quella di Enrico Zoppas e dei suoi congiunti che potrebbe anche vedere uno sbarco in borsa, anche se non immediato. Da un gruppo che potrebbe arrivare in borsa ad un altro come Campari che già è quotato da anni la musica non cambia: chi ha la forza finanziaria per fare acquisizioni con questi tassi non ci pensa due volte. E infatti Campari a metà marzo ha acquistato il marchio Grand Marnier attraverso un’operazione molto articolata che prevede il lancio di un’Opa sull’attuale proprietaria del marchio, la francese Société des Produits Marnier Lapostolle, probabilmente già entro fine giugno.

Compra anche il gruppo torinese Lavazza, che sempre in Francia si è “mangiato” Carte Noire per una cifra analoga a quella spesa da Campari (700 milioni di euro per Lavazza, 684 milioni per il gruppo della famiglia Garavoglia), mentre resta all’estero la birra Peroni, ceduta assieme al marchio olandese Grolsch da Anheuser-Bush InBev alla giapponese Asahi Breweries per la bella cifra di 2,55 miliardi di euro. La stessa Anheuser-Bush InBev  continuerà comunque a proporre birra italiana ai suoi clienti: ha infatti acquisito per una cifra non rivelata il 100% del micro birrificio artigianale italiano Birra del Borgo. Un’operazione che per alcuni ricorda l’acquisizione fatta da Unilever della catena di gelaterie semi-artigianali Grom.

Per gli amanti del gusto, nell’uno come nell’altro caso, il dubbio è se e come dei colossi mondiali potranno far crescere il business di piccoli marchi italiani di qualità. Ma da un punto di vista strettamente economico-finanziario anche queste operazioni dimostrano che il “made in Italy” nel settore alimentare-gastronomico continua a tirare ogni volta che può fare leva su marchi forti e qualità eccellente, sia che si proponga nella veste di acquirente sia di venditore.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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