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Diseguaglianze sociali sempre più ampie in Italia

“Miseria ladra”, il dossier di Libera e Gruppo Abele, descrive un paese in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
A cura di Redazione
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I dati dell'Istat non descrivono semplicemente l'effetto della crisi, ma una tendenza di medio periodo ad alleggerire in 30 anni il reddito dei lavoratori a favore di profitti e rendite. Il quadro di un paese economicamente sempre più polarizzanto viene disegnato dalle associazioni Libera e Gruppo Abele in occasione del "Caterraduno" a Senigallia (Ancona). Qui vengono snocciolati alcuni dati: in Italia sono 8,173 milioni le persone in condizione di povertà, che cioè dispongono di 506 euro al mese, mentre sono 3,415 milioni in una condizione di povertà assoluta. La capacità di acquisto si è ridotta del 20,6% in 30 anni costringendo 6 famiglie su 10 a risparmiare persino sul cibo, acquistandone di meno o di peggiore.

L'indigenza alimenta inoltre il debito privato, come evidenzia il passaggio dal 2,3 al 6,5% della quota di famiglie indebitatesi negli ultimi nove mesi del 2012. La situazione del paese viene così fotografata nel dossier "Miseria Ladra" redatto dal Gruppo Abele e Libera, che vogliono rilanciare – con tutte le associazioni attive sul territorio e desiderose di partecipare – un'azione contro la povertà. "Il nostro paese – ricorda don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele – tra le democrazie avanzate è quella meno cresciuta sotto il profilo economico e di più sotto quello delle disuguaglianza sociali. Siamo sprofondati nella miseria, assistiamo sempre più a casi dove si ruba per mangiare, situazioni gravi in cui la dignità dell'essere umano lascia il posto al bisogno e alla necessità di sopravvivenza".

La crisi certamente contribuisce ad ampliare la forbice sociale, laddove "per molti è una condanna, per altri è un'occasione". Per don Ciotti le mafie "hanno trovato inedite sponde" nel "diffuso analfabetismo etico" e in una "politica debole". Un'emergenza che oltre a necessitare del'attivazione delle associazioni attive sul territorio, ha bisogno anche di una politica sana e presente, tanto da portare i promotori del dossier a proporre alle istituzioni un'agenda per contrastare la povertà con dodici azioni, descritte nel documento politico di Miseria Ladra.

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