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Disastro Italia: in 4 anni persi 567mila occupati

Lo studio della Cisl; tasso di occupazione dell’economia italiana a picco. E i giovani manager italiani scelgono l’estero: cresciute del 40 per cento le posizioni coperte dai dirigenti all’estero.
A cura di Redazione
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LAVORATORI

Un disastro senza mezzi termini, quello dell'Italia negli ultimi anni sul fronte occupazionale: nel terzo trimestre del 2008, alla vigilia dello scoppio della crisi globale, il tasso di occupazione dell'economia italiana era del 59%, pari a 23.518.000 persone occupate: dopo quattro anni questo indicatore è sceso al 56.9%, pari a 22.951.000 di occupati. Quattro anni di crisi hanno dunque bruciato 567mila occupati secondo l'analisi dell'Osservatorio Cig-Occupazione della Cisl sui dati Istat. E analoghi dati del terzo trimestre 2012 evidenzino un netto peggioramento dello scenario. "Infatti – spiega l'osservatorio del sindacato confederale – la stabilità del numero di occupati non può considerarsi un segnale di uscita dalle criticità, essendo dovuta all'aumento degli occupati con almeno 50 anni, a sua volta provocato dalla forzata permanenza al lavoro per via delle riforme pensionistiche". A questo fenomeno si associa anche il calo di occupati delle fasce di età inferiori, in particolare i più giovani. "Gli effetti della crisi – evidenzia l'analisi – si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine ed i collaboratori, e nella riduzione del tempo pieno con contestuale aumento del tempo parziale involontario. In qualche modo lavoro flessibile e part-time evitano un calo ancora maggiore dell'occupazione mentre – conclude Cisl – è ancora il settore industriale a mostrare chiari segnali di sofferenza".

Ma c'è anche chi snocciola dati ottimistici, per certi versi: la crisi ha reso "giramondo" i manager italiani che nell'ultimo triennio hanno raggiunto posizioni apicali sempre più rilevanti. L' ‘esportazione' dei dirigenti – rileva un'indagine di Amrop, gruppo che opera nell'ambito dei "cacciatori di teste" – ha registrato un boom con una impennata del 40% dele posizioni ricoperte dai "capitani" tricolore in aziende oltreconfine. I manager italiani impegnati all'estero sono circa 5mila, di cui circa il 75% nell'Europa Occidentale. I principali settori sono industria, finanza e servizi.

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