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Di quanto scendono le rate dei mutui e per chi ora che la Bce ha tagliato i tassi d’interesse

I tassi d’interesse fissati dalla Banca centrale europea scenderanno dello 0,25%. La notizia era attesa da tempo: anche se per ora si tratta solo di un calo contenuto, gli effetti positivi sulle rate dei mutui e sulle nuove offerte dovrebbero iniziare a farsi sentire nelle prossime settimane.
A cura di Luca Pons
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I tassi d'interesse della Banca centrale europea sono scesi. Non succedeva dal 2016 – in tutt'altra situazione economica – e soprattutto è la prima volta che la Bce inverte la rotta dopo i rialzi iniziati a metà 2022 e proseguiti fino allo scorso settembre per provare a contrastare l'inflazione. La decisione presa ieri dal Consiglio direttivo della Banca era attesa da diversi mesi, visto che ormai la corsa dei prezzi in Europa aveva rallentato decisamente. Tuttavia, considerando le incertezze delle ultime settimane per quanto riguarda l'inflazione (in leggera ripresa, come anche le stime della Bce per i prossimi anni hanno confermato), non è detto che adesso i tagli saranno rapidi e decisi come lo furono gli aumenti. In ogni caso, il ribasso di 0,25 punti del tasso sul rifinanziamento principale (ora al 4,25%), sul rifinanziamento marginale (al 4,5%) e sui depositi (al 3,75%) dovrebbe avere un effetto positivo per chi ha un mutuo a tasso variabile e per chi vuole chiedere un nuovo prestito.

Quanto risparmia chi ha già un mutuo

Fare delle stime precise su come cambieranno le rate del mutuo può essere complicato, dato che le condizioni cambiano da una banca all'altra. Le stime concordano, però, che si dovrebbe parlare di un risparmio di poche decine di euro al mese. Ad esempio, l'associazione di consumatori Codacons ha calcolato che per un mutuo a tasso variabile tra i 100mila e i 200mila euro, da restituire in vent'anni, si dovrebbero risparmiare tra i 13 e i 27 euro al mese, arrivando quindi a pagare tra 156 e 324 euro in meno in un anno. Un effetto simile, con qualche euro in più risparmiato, se il mutuo è invece di trent'anni.

Certo, in ogni caso ci si trova ancora ben lontani dai numeri della prima metà del 2022, prima che iniziassero i rialzi. L'aspettativa dei mercati è che per vedere una riduzione più sostanziosa bisognerà aspettare almeno il prossimo anno. Questo per quanto riguarda i prestiti già attivi e con tasso variabile. Naturalmente, chi ha già un mutuo a tasso fisso non ha nulla di cui preoccuparsi: le condizioni resteranno le stesse.

Cosa succede alle offerte sui prestiti a tasso fisso e a tasso variabile

Chi invece vedrà delle novità positive nei prossimi mesi sono le famiglie interessate a un nuovo prestito. Infatti, già dalla fine dello scorso anno (quando la Bce aveva deciso di fermare gli aumenti, e per alcuni mesi aveva confermato il livello dei tassi senza alzarlo né abbassarlo) le offerte per i nuovi mutui hanno iniziato a diventare più vantaggiose. Finora, il calo c'è stato soprattutto per i nuovi mutui a tasso fisso.

Tradizionalmente, nelle offerte degli scorsi anni, il tasso fisso era stato più alto di quello variabile di partenza: il ragionamento era "paghi di più, ma almeno hai la certezza di quanto devi spendere, senza sorprese". Durante il fortissimo rialzo imposto dalla Bce, invece, i mutui a tasso variabile sono diventati molto più costosi di quelli a tasso fisso.

Ora che la prospettiva è che ci siano dei nuovi tagli da parte della Banca centrale (anche se non è garantito che arrivino a breve), le offerte per i mutui a tasso fisso scendono rapidamente anche perché quelle a tasso variabile potrebbero tornare di nuovo più convenienti. I clienti potrebbero essere tentati dall'idea di fare un mutuo a tasso variabile oggi, aspettandosi poi che le rate vadano a scendere nel tempo (alcuni mesi, o alcuni anni). Per ‘compensare', quindi, le offerte a tasso fisso sono calate di più. E ci si può aspettare che, a meno che la Bce non cambi linea, entrambi i tipi di offerta scenderanno ancora.

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