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Ecco il “piano B” dei repubblicani per evitare il default degli Usa

Innalzamento a breve termine (limitato a sei settimane) del tetto del debito Usa (16.700 miliardi) che sarà raggiunto il 17 ottobre. Questa la proposta dei leader repubblicani alla Camera. Dopo i timori per lo shutdown, Barack Obama ora ci pensa.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli Stati Uniti potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Lo shutdown(la chiusura parziale delle attività federali)  che sta danneggiando la credibilità degli USA nel mondo potrebbe aver trovato nella proposta dei leader repubblicani alla Camera una possibile soluzione. Il Republican Party ha infatti formalizzato a Barack Obama la richiesta di innalzare il tetto del debito (16.700 miliardi) in modo temporaneo, per sei settimane, senza condizioni politiche. Un paio di giorni fa, nella seconda settimana dello shutdown, il numero uno della Casa Bianca si era rivolto proprio ai repubblicani sottolineando come "il default sarebbe come una bomba nucleare, un’arma troppo orribile per solo pensare di usarla”. Obama si è detto pronto a valutare la loro proposta, fanno sapere fonti della Casa Bianca. Il Presidente, però, nell'accordo vorrebbe anche la fine effettiva dello ‘shutdown' giunta al decimo giorno. Il tetto del debito terminerà il prossimo 17 ottobre.

Ma mentre siamo disponibili ad esaminare qualsiasi proposta venga dal Congresso per porre fine a queste crisi, non consentiremo – fanno sapere dalla White House – ad alcuna fazione del Repubblicani alla Camera (riferimento alla destra libera del Tea Party) di tenere l'economia americana in ostaggio delle sue richieste estranee (al confronto) ed motivate da una politica estrema. Il Congresso deve approvare un chiaro aumento del tetto del debito e rifinanziare il governo", approvando il bilancio fiscale 2014.

"Dopo la nostra offerta di accordo sul debito ci aspettiamo che il presidente Obama avvii un negoziato sui temi fiscali", ha detto lo Speaker repubblicano John Boehner. Nei giorni scorsi il Presidente USA aveva sottolineato come “gli Stati Uniti hanno sempre pagato il conto e continueranno a farlo”, rivolgendosi in particolare alla Cina – che detiene la fetta più grossa del debito pubblico americano – e alle altre nazioni che hanno vedono crescere giorno dopo giorno il rischio del primo default della storia americana. “L'America deve fare dei passi importanti se vuole evitare la crisi del debito e garantire la sicurezza dei nostri invesetimenti”, aveva detto il vice ministro delle Finanze cinese, Zhu Guangyao.

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