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Decreto fiscale, spunta un emendamento per aumentare gli stipendi dei vertici del Mef

Un emendamento al decreto fiscale dovrebbe prevedere nuove risorse per aumentare i trattamenti economici per i vertici del ministero dell’Economia e per autorizzare nuove assunzioni all’Agenzia delle Entrate e delle Dogane. La notizia viene riportata da Public Policy, che spiega, però, come non ci sia ancora un’intesa nella maggioranza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nuove risorse al ministero dell’Economia per aumentare i trattamenti economici per i vertici del ministero e per autorizzare nuove assunzioni all’Agenzia delle Entrate e delle Dogane e creare un nuovo ufficio di ispettori sull’andamento del bilancio pubblico alla Ragioneria generale dello Stato. È quanto prevedrebbe un emendamento al decreto fiscale, secondo quanto riportato da Public Policy. Parte del governo vorrebbe depositare questa proposta di modifica al dl Fisco collegato alla manovra (ora in commissione Finanze alla Camera), ma ancora non c’è completa condivisione all’interno della maggioranza.

Come sottolineano alcune fonti parlamentare alla stessa agenzia di stampa, però, c’è un problema: i ministeri sono soggetti alla spending review. Per questo motivo, almeno per il momento, non c’è una decisione definitiva e il testo rimane in sospeso. Già con la manovra si era discusso di un aumento delle risorse per gli stipendi dei vertici ministeriali: una proposta prima inserita nella legge di Bilancio e poi ritirata dal governo.

Nell’emendamento che potrebbe essere presentato nei prossimi giorni si prevede un aumento delle risorse per innalzare gli stipendi dei vertici e dei funzionari del ministero dell’Economia: si trarrebbe, in particolare, dei compensi del capo di gabinetto, del suo vice, del capo dell’ufficio di coordinamento legislativo, del capo della segreteria del ministro, del segretario particolare, dei funzionari in regime di diretta collaborazione e degli altri dipendenti a tempo. Le risorse messe in campo sarebbero 200mila euro per il 2019 e 1,2 milioni per il 2020. Ci sarebbe, inoltre, uno stanziamento di 200mila euro per il personale di diretta collaborazione per il triennio 2019-2021, con un ulteriore milione a partire dal 2022.

Passando alla Ragioneria dello Stato, viene riproposta una misura che il governo voleva inserirà già nel dl Ministeri. Durante l’esame al Senato, però, era stata ritirata. Si prevede la creazione di un nuovo ufficio per il monitoraggio e la vigilanza della spesa pubblica, con due dirigenti e venti ispettori addetti a questo servizio. Si tratterebbe di figure da individuare attraverso un concorso ad hoc. Inoltre, altri due dirigenti dovrebbero andare al Dipartimento delle finanze e uno al Dipartimento del tesoro. L’emendamento, come detto, prevederebbe anche nuove assunzioni all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane.

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