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Dati Istat: le vendite al dettaglio calano dell’1,2% rispetto al 2010

Secondo gli ultimi dati Istat le vendite al dettaglio a gennaio sono calate dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2010. E non mancano le lamentele da parte delle associazioni dei consumatori.
A cura di Alfonso Biondi
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Dati Istat

Gli ultimi dati Istat rivelano che a gennaio si è registrato un calo delle vendite al dettaglio dell'1,2% rispetto allo stesso mese del 2010. Il calo, invece, si riduce allo 0,3% se raffrontato col mese precedente (dicembre 2010). Sul risultato negativo ha influito molto l'andamento del comparto alimentare che ha fatto registrare un -0,5% su base mensile; il comparto non alimentare, invece, si è fermato a un -0,2%. Era da maggio del 2010 che non si registrava una riduzione tendenziale così forte. Sul piano congiunturale il calo è il più marcato dal maggio dell'anno scorso.

Il calo delle vendite di gennaio risente delle performance negative dei piccoli esercizi commerciali che, rispetto all'anno precedente, hanno venduto l'1,4% di merce in meno. Anche la grande distribuzione non ha fornito risultati incoraggianti. facendo segnare una contrazione dello 0,9%. Gli ipermercati, in particolare, hanno fatto segnare un -2,7%.

In termini tendenziali, tutti i prodotti non alimentari hanno fatto segnare una contrazione delle vendite, eccezion fatta per le calzature, gli articoli in cuoio e gli articoli da viaggio, che hanno portato a casa una variazione nulla. Le contrazioni più marcate hanno riguardato i supporti magnetici e gli strumenti musicali, che hanno fatto registrare un calo del 2,4%; i generi casalinghi durevoli e non durevoli calano del 2,3%; gli  elettrodomestici, radio, tv e registratori perdono il 2,0% così come i giochi, giocattoli, sport e campeggio.

I dati forniti dall'Istat sono senza dubbio indicativi di un calo dei consumi. Federcosumatori e Adusbef hanno sottolineato come negli ultimi 3 anni ci sia stato un calo dei consumi del 6,5% e  come la domanda si sia contratta di circa 50 miliardi. La situazione per i rappresentanti dei consumatori, che non hanno lesinato critiche al governo, appare molto critica per le famiglie, tenuto conto che sono "costrette a ridurre le proprie spese, persino nel settore alimentare". Tenendo conto anche dell'inflazione che secondo l'Istat è al 2,4%, i problemi per le famiglie italiane sicuramente non mancano.

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