Crollano le borse cinesi: la Banca centrale inietta 8 miliardi di dollari

Aprono nuovamente in ribasso le borse cinesi dopo il crollo di ieri, di cui risente pure l'avvio delle contrattazioni a Tokyo. Shanghai apre con un -4%, Shenzhen a -4,66%. Più contenuto il calo a Hong Kong, dove l'indice Hang Seng cede lo 0,12%. La caduta di ieri dei listini cinesi (Shanghai a -8,48%, Shenzhen a -7% e Hong Kong a -3,09%) e le preoccupazioni sulla tenuta dell'economia di Pechino pesa pure sulla borsa di Tokyo, che apre la seduta in territorio negativo, a -0,79%: l'indice Nikkei cede 161,53 punti, attestandosi a quota 20'188,57.

Ieri la Borsa di Shanghai aveva perso l'8,48%, nella peggior seduta dal febbraio 2007, quella di Shenzhen il 7%. Un capitombolo sul quale pesano i timori sull'economia e i dubbi sull'efficacia delle misure anti-bolla di Pechino. La Banca centrale cinese è intervenuta per provare a tranquillizzare i mercati, annunciando che interverrà investendo 50 miliardi di yuan, circa 8 miliardi di dollari, per quello che sarebbe il maggior intervento dal 7 luglio scorso. "Il tonfo è acqua gelata sulla fiducia degli investitori" ha commentato a Bloomberg Mari Oshidari, strategist di Okasan Securities a Hong Kong, e rivela che "il mercato è ancora troppo fragile senza il supporto del governo".

China Securities Finance Corp (Csfc) "conferma gli sforzi per stabilizzare il mercato e il sentiment degli investitori e per prevenire rischi sistemici". Lo afferma, dopo il tonfo di Shangai un portavoce della Consob cinese che ammette l’eventualità sul fatto che il mercato possa essere stato danneggiato da vendite allo scoperto. "Csfc investigherà – assicura, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg – e punirà severamente i colpevoli".