Crolla il mercato dell’auto: vendite giù del 90% a marzo dopo il lockdown per il Coronavirus
Gli effetti della crisi legata al Coronavirus si fanno sentire in maniera pesante anche sul mercato dell'auto. Il numero delle vendite del mese di marzo è a dir poco preoccupante con una flessione, rispetto all'anno scorso dell'86%. Un dato che fotografa alla perfezione, il crollo del volume di lavoro delle concessionarie, e che va oltre ogni più negativa previsione.
Mercato dell'auto, vendite giù del 90% a marzo dopo il lockdown per il Coronavirus
Numeri alla mano, il settore del mercato dell'automobile si è praticamente fermato nel mese di marzo. In attesa dei dati ufficiali che arriveranno alle 18, quando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti renderà note le immatricolazioni di autovetture nuove registrate nel mese di marzo, le anticipazioni di Federauto sono catastrofiche. Secondo le stime infatti il mese di marzo si chiuderà con una flessione di circa l'86%, una conseguenza inevitabile della sospensione delle attività economiche e delle limitazioni alla mobilità imposte dal Governo per limitare i danni del Coronavirus.
Scenari preoccupanti per Federauto per i lavoratori del mercato dell'automobile
Il presidente di Federauto (la Federazione dei concessionari), Adolfo De Stefani Cosentino, ha prospettato che tra marzo e aprile il mercato del settore potrebbe perdere 350.000 pezzi ed un possibile calo del 60% su base annua, nel caso in cui dovessero essere ancora attivi i provvedimenti in vigore. Uno scenario preoccupante se si considera che nel 2007-2019, di fronte ad un calo del 23,2%, persero il lavoro circa 30.000 addetti
L'allarme della Federauto
De Stefani Consentino lancia l'allarme: "Abbiamo bisogno di grande attenzione da parte del Governo perché il nostro settore ha tutti i numeri per giustificarla: mi riferisco al dato occupazionale, al peso sul PIL, alle entrate fiscali che generano la vendita, l’assistenza e la gestione degli autoveicoli. Apprezziamo le misure sulla cassa integrazione ma sono insufficienti a fronteggiare una situazione senza precedenti in cui bisogna governare imprese complesse, settate su volumi di attività che nessuno sa quando potranno essere nuovamente raggiunti. Per questo abbiamo richiesto al Presidente del Consiglio ed al Parlamento alcune modifiche al Decreto Cura Italia per mettere tutte le nostre aziende, piccole, medie e grandi che siano, nella condizione di accedere alla liquidità – il bisogno più urgente – necessaria per traguardare questo momento di grandissima difficoltà".