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Crisi, nuovo record di fallimenti aziendali

Il nuovo record emerge dai dati del Cerved: tra gennaio e marzo i fallimenti aziendali sono stati 3811 e cioè il 4.6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Ma le chiusure aziendali sono in diminuzione.
A cura di S. P.
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Cresce ancora il numero dei fallimenti aziendali. Secondo i dati diffusi dal Cerved e analizzati dall’Ansa, tra gennaio e marzo sono stati 3.811, e cioè il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. È un nuovo record, anche se nei trimestri precedenti i default crescevano a doppia cifra e si registra un calo delle chiusure aziendali con forme diverse dal fallimento. Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved, ha annunciato che nel primo trimestre del 2014 le chiusure aziendali sono state 23mila in tutto, il 3.5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un miglioramento che è attribuibile – fa sapere – alla diminuzione delle liquidazioni volontarie, che hanno fatto registrare un calo del 5%, e delle procedure non fallimentari (-1,4%), che hanno compensato il continuo aumento dei fallimenti. In particolare, è stato spiegato che dopo i correttivi portati dal “decreto del fare” alle normative sui concordati in bianco con l'introduzione della possibilità per i tribunali di nominare un commissario giudiziale che monitori la condotta del debitore, si è ridotto il ricorso al pre-concordato.

I fallimenti crescono in tutto il territorio, ad eccezione del Nord-Est dove si registra un calo dell’1.8% e dove, però, nei quattro trimestri precedenti si è registrato un boom con tassi più elevati rispetto al resto d’Italia. La crescita dei default è continuata nel Nord-Ovest (+3,7%), nel Mezzogiorno e nelle Isole (+5,7%), e nel Centro con un incremento del 10,3%. Secondo l’analisi di De Bernardis a soffrire maggiormente è il settore dei servizi (+7,3%) e quello delle costruzioni (+6,3%). In leggero rialzo la manifattura (+0,8%), anche se segna una decisa frenata rispetto ai dati dell'ultimo trimestre 2013.

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