video suggerito
video suggerito
Guerra in Ucraina

Crisi del gas, cosa ci aspetta in inverno e perché il price cap dinamico non è risolutivo

L’intervista di Fanpage.it a Massimo Nicolazzi, oggi docente di Economia delle risorse energetiche all’università di Torino e senior advisor del programma di sicurezza energetica di Ispi: “Nessuno può dire se tutto andrà liscio. Ci sono troppe variabili da considerare. Le misure varate dalla Commissione Ue sono complesse da attuare”.
Intervista a Massimo Nicolazzi
oggi docente di Economia delle risorse energetiche all'università di Torino e senior advisor del programma di sicurezza energetica di Ispi.
A cura di Ida Artiaco
77 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Nessuno può dire se tutto andrà liscio. Ci sono ottime chance che nulla vada male ma non ce ne è la certezza perché ci sono troppe variabili da considerare. Di certo, le misure varate oggi dalla Commissione europea non sono risolutive".

A parlare a Fanpage.it è Massimo Nicolazzi – una vita tra gas e petrolio, da Eni a Lukoil fino a Centrex, oggi docente di Economia delle risorse energetiche all'università di Torino e senior advisor del programma di sicurezza energetica di Ispi, che ha spiegato come potrebbe essere il prossimo inverno in Italia e perché il piano su caro energia e forniture di gas varato ieri a Bruxelles è complesso e per niente risolutivo.

Massimo Nicolazzi.
Massimo Nicolazzi.

Prof. Nicolazzi, la Commissione Ue ha appena varato un nuovo piano su caro energia e forniture gas. Cosa ne pensa? Sono misure giuste o si poteva fare di più?

"Partiamo dall'acquisto congiunto di gas, che è una delle misure previste. Io credo che dal punto di vista operativo si rischi di mettere in piedi un meccanismo infernale.

Stiamo parlando di nominare per gara una specie di agente unico per l'acquisto del gas, a cui dovrebbero fare riferimento tutti gli operatori nazionali interessati all'importazione. Non voglio entrare in tecnicismi, ma la regola in questo mondo è che uno ordina un volume e se ne ritira di meno o ne vuole di più, deve in qualche modo pagare una penale. Si immagini questa pluralità di importatori ciascuno dei quali dovrà avere un contratto con l'agente unico ma che rischia di essere lui la controparte dell'importatore che deve reclamare. È un meccanismo complesso da mettere in opera.

Credo ci si sarebbe potuti limitare ad un agente unico per il gas destinato agli stoccaggi perché quello che è successo di veramente anomalo quest'anno è questo: di regola il gas d'estate costa meno per cui si riempiono gli stoccaggi per l'inverno successivo, quando costa di più. Quest'anno il record storico di massimo prezzo quotidiano del gas è stato il 25 agosto perché, come un documento tedesco aveva recentemente riconosciuto, si era scatenata la competizione a stoccare a qualunque prezzo.

Dato che l'anno prossimo faranno tutti fatica a riempire gli stoccaggi, io capisco la necessità di coordinamento per evitare esplosioni di prezzo come quelli che ha generato la concorrenza intra-europea, ma da qui a passare all'acquirente unico per tutti mi sembra molto gravoso".

Tra le altre misure varate c'è quella di un limite di prezzo, il cosiddetto price cap dinamico….

"In prima lettura mi sembra una cosa che non succederà mai. È un corridoio cieco e non dinamico. Perché per l'introduzione di quest'ultimo, la norma mette tanti e tali condizioni, ciascuna delle quali confligge in realtà con l'idea stessa del corridoio dinamico. La norma dice che il corridoio non deve ostacolare la nostra capacità di approvvigionamento, ma è ovvio che se metto un price cap è sempre più difficile acquistare gas naturale liquefatto.

Mi viene difficile pensare che riescano a metterlo in piedi anche perché sono stati molto attenti a usare la formulazione per cui la Commissione può proporlo al Consiglio, non si prende la responsabilità e il Consiglio sappiamo con che regola di maggioranza funziona. È un ulteriore ostacolo. Mi sembra una misura messa lì giusto per dire di aver messo il nome ma non la cosa".

Secondo lei questi interventi non sono dunque risolutivi?

"Quello che è risolutivo è il riequilibrio tra una offerta di gas privata per l'Europa della componente russa e la capacità di produzione in giro per il mondo. Cioè, diamo una occhiata a domanda e offerta, perché stiamo parlando di un mercato comunque corto, ed è questo che dà tensione sui prezzi, e stiamo parlando di un mercato che come Europa non controlliamo perché la nostra produzione è ai minimi storici.

Si pensi che a consumi sostanzialmente stabili 10 anni fa in Europa producevamo il 300% del gas naturale che produciamo adesso, il resto lo dobbiamo tutti importare. Nel momento in cui il russo esce dal tavolo l'unica possibilità di approvvigionamento diventa il gas naturale liquefatto che arriva via nave però su questo ci sono strutture di liquifezione in costruzione e ci sono strutture di rigassificazione da installare. Non sono concetti instantenei.

Per questo mi sembra che dal punto di vista dei volumi disponibili il prossimo inverno potrebbe essere peggiore di questo. Ci vogliono un due/tre anni almeno per riequilibrare la situazione di mercato".

Von der Leyen ha dichiarato che sono stati tagliati 2/3 di gas russo e che siamo preparati all'inverno. Quale è la situazione effettiva che i cittadini italiani si troveranno ad affrontare nelle prossime settimane?

"La situazione effettiva dipenderà da una serie di variabili. La prima è climatica: è inutile fare discorsi sulla tenuta degli stoccaggi se non si mette di fianco un modello di previsione meteorologica. A seconda di quanto freddo farà, avremo bisogno di un tot di metri cubi di gas almeno per uso domestico.

Altra variabile è considerare se quel poco di gas russo che ancora arriva in Italia e in Austria continuerà ad arrivare per l'inverno oppure no. Se smette del tutto qualche problemino rischiamo di avercelo. Infine: i francesi quel 50% di nucleare che hanno in manutenzione lo riavvieranno a gennaio come hanno dichiarato oppure no? Avere il nucleare francese che fa elettricità a tutto regime non è una variabile di poco conto. Ce ne sono altre, ma queste sono le maggiori.

Dato che in tutti gli scenari, che sia necessario o meno, un po' di risparmio energetico non ci fa male, io trovo che quest'anno   andrà benissimo ma tranquillizzare la cittadinanza anziché mostrare a quali pericoli si va incontro rischia di essere controproducente. Nessuno può dire se tutto andrà liscio, ci sono ottime chance che nulla vada a scatafascio ma non ce ne è la certezza".

77 CONDIVISIONI
4347 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views