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Guerra in Ucraina

Cosa succederà in Italia dopo che la Russia ha bloccato il gas a Polonia, Bulgaria e Lituania

Gianni Silvestrini, ricercatore ed esperto di energie rinnovabili, nonché direttore scientifico di Kyoto Club, spiega a Fanpage.it cosa accadrebbe in caso di stop al gas russo in Italia.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Con un blocco totale al gas russo in Italia dovremmo razionare i consumi. Il messaggio dato con lo stop delle forniture di gas a Polonia, Lituania e Bulgaria va preso sul serio". A dirlo, ai microfoni di Fanpage.it, è Gianni Silvestrini, ricercatore ed esperto di energie rinnovabili, nonché direttore scientifico di Kyoto Club. Ieri la Russia, tramite la sua azienda Gazprom, ha bloccato le forniture di gas a quei tre Paesi europei, che si erano rifiutati di pagare in rubli, come stabilito da un decreto firmato dallo stesso Putin. La mossa ha creato scompiglio nel Vecchio Continente, con la paura che possa essere estesa anche ad altre nazioni, tra cui la nostra.

Gazprom ha interrotto le forniture di gas a Polonia, Lituania e Bulgaria. Potrebbe farlo anche con l'Italia?

Io credo che questo sia stato un segnale politico da parte di Gazprom e della Russia, nel senso di dire che i Paesi più impegnati nell'aiuto all'Ucraina e ai suoi profughi vengono puniti. Penso alla Polonia in particolare, anche se questo e gli altri due Paesi avevano già adottato politiche per dipendere poco o nulla dal gas russo. Il segnale è a tutta l'Europa, della serie: potrebbe succedere anche a voi. La domanda è: andranno avanti e toccheranno Paesi come l'Italia o la Germania? Non credo che accadrà immediatamente, visto che Mosca avrebbe molte meno entrate in un momento di difficoltà finanziaria. Ma Putin è imprevedibile e la situazione si fa sempre più critica, quindi il messaggio va preso molto sul serio. E questo vale anche e soprattutto per il nostro Paese.

Ma se ci fosse un'embargo immediato al gas russo per l'Italia, che conseguenze ci sarebbero?

Se ci fosse un blocco totale al gas russo nelle prossime settimane noi quasi sicuramente non riusciremmo ad aumentare in tempo gli stoccaggi strategici per resistere oltre ottobre/novembre. A quel punto dovremmo pensare a razionare i consumi. Lo dice l'Arera: l'allarme non sarebbe per l'estate, ma per i prossimi autunno e inverno. Se saremo costretti dovremo fare ricorso alla capacità italiana di fare ricorso a tutte le soluzioni.

Diversi esponenti del governo, però, a partire dal ministro Cingolani, smorzano e parlano di stoccaggi che basteranno a coprire le necessità del Paese.

Sinceramente mi fido di più di quello che dice l'Arera. Noi fortunatamente abbiamo una quantità di gas che arriva da fonti diverse dalla Russia, quindi non rimarremmo a zero, però quella russa è la quota maggiore.

Cosa deve fare quindi l'esecutivo?

Deve proseguire, velocizzando, nel percorso iniziato di ricerca di nuovi approvvigionamenti di gas. Anche se bisogna dire che, salvo l'Algeria, i risultati non arriveranno immediatamente. Poi accelerare sui rigassificatori per trattare il Gnl, ma soprattutto bisogna fare un sforzo sul fronte rinnovabili. Non capisco davvero la mancata attenzione che c'è al contributo che possono dare. Gli industriali ripetono da tempo di poter installare impianti per produrre 60mila megawatt di energia in tre anni, contro la media di mille all'anno che abbiamo avuto finora: i privati dicono che hanno i siti e i soldi, ad esempio per realizzare capannoni industriali sottoconsumo, ma mancano le autorizzazioni in tutte le Regioni. Elettricità Futura, la principale associazione del mondo elettrico italiano, ha fatto una proposta ancora più ambiziosa, proponendo soluzioni concrete: arrivare a 60 gigawatt di rinnovabili entro tre anni, con 20 gigawatt di solare ed eolico all'anno. Servono impianti su larga scala e rinnovabili distribuite. In questo modo potremmo ridurre di circa la metà le importazioni di gas dalla Russia, visto che il 50% del consumo delle centrali elettriche va a gas, se interveniamo su questo fronte ci affranchiamo in maniera sostanziale e immediata da Mosca.

Quindi puntare sulle rinnovabili non porta solo ad effetti di lungo periodo?

Accelerare sulla transizione ecologica porta a risultati subito: per realizzare un capannone industriale sottoconsumo ci vuole poco più di un mese. Leggevo poi da voi di Fanpage delle decine di impianti di biogas e biometano fermati dalla burocrazia: quel fronte è fondamentale per la politica energetica italiana, ma ancora più immediati e meno dispendiosi sono i grandi impianti per le energie rinnovabili. Si fanno senza bisogno di incentivi. La quota di utilizzo delle rinnovabili è del 38% e l'obiettivo è arrivare al 72%: ultimamente ci sono stati interventi importanti di semplificazione per l'istallazione ad esempio dei pannelli solari, ma c'è ancora tantissimo da fare.

A prescindere dalla necessità di razionamenti, è comunque consigliabile quest'estate usare meno i condizionatori o mettere temperatura più alte, come sarà obbligatorio negli edifici pubblici?

Credo che Draghi abbia avuto ragione quando ha chiesto agli italiani e alla politica se si preferisca la pace in Ucraina all'uso intensivo dei condizionatori e dei riscaldamenti. Si tratta di un consiglio saggio. Quest'estate mettere ventilatori abbinati ai condizionatori garantirebbe il comfort termico con consumi più bassi.

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