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Cosa succede quando due persone hanno lo stesso codice fiscale

Non sempre il codice fiscale che ci viene attributo è unico, ci sono casi in cui ci due persone si ritrovano con lo stesso codice, in questo caso si parla di Omocodia e l’Agenzia delle entrate deve intervenire per modificarlo.
A cura di Antonio Palma
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Il codice fiscale, introdotto negli anni '70 in Italia insieme all'Anagrafe tributaria per rendere più efficiente l'amministrazione finanziaria, da tempo è divento un documento indispensabile richiesto sia per atti pubblici che privati. Oggi infatti dovunque ci si trovi ci viene richiesto, dalla farmacia all'ufficio postale, dall'agenzia di assicurazione all'università passando per l'asl dove da diversi anni ha anche la funzione di tessera sanitaria. Il codice fiscale infatti ci rappresenta e dovrebbe stabilire in tutto e per tutto univocamente l'identità di una persona. Eppure non sempre è così perché ci sono casi in cui ci due persone si ritrovano con lo stesso codice. In questo caso  si parla di Omocodia.

Il problema è che quando fu introdotto il codice fiscale invece di optare per un numero esclusivo si pensò di desumerlo per ogni persona in base ai suoi dati anagrafici. Il codice fiscale infatti è rappresentato da 16 caratteri alfanumerici con un precisa sequenza. I primi 3 caratteri rappresentano le prime 3 consonanti del cognome (quando le consonanti sono meno di 3, si integra con le prime vocali, fino ad avere 3 caratteri; se il cognome ha 2 caratteri, il terzo è la lettera X). I successivi tre arrivano dalle consonanti del nome (quando nel nome sono presenti più di 3 consonanti, si prendono la prima, la terza e la quarta). I primi due numeri, che sono il settimo e l'ottavo carattere del codice fiscale dell’anno di nascita.

Il nono carattere è una lettera che rappresenta il mese di nascita seguendo l'alfabeto in base ad un precisa tabella lettera-mese.  I successivi 2 numeri sono il giorno di nascita, che per i soggetti di sesso femminile è aumentato di 40 unità, mentre i caratteri da 12 a 15 indicano il luogo di nascita rappresentato da un codice composto da una lettera e tre cifre numeriche. Infine l’ultimo carattere, alfabetico, ha funzione di controllo. È facile dunque immaginare che in casi di omonimia e di persone nate nello stesso giorno e luogo  ci siano dei problemi.

In questi casi, l'Agenzia delle Entrate provvede ad attribuire a ciascuna persona interessata un nuovo codice fiscale sostituendo sistematiche una o più cifre numeriche, a partire da quella di destra, con corrispondenti caratteri alfabetici. In questi casi il codice fiscale “base”, non deve essere utilizzato da nessuno dei soggetti poiché sarebbe impossibile capire a chi appartiene. Come ammesso dallo stesso direttore dell'agenzia delle Entrate, all'inizio del 2016 i casi di  Omocodia registrati erano 35.800 ma il trend è in aumento. Il problema infatti sta aumento soprattutto per la presenza sempre maggiore di soggetti nati all’estero sia per una questione di nomi che per il luogo di nascita che per i non nati in Italia è lo Stato quindi con una minore differenziazione del codice fiscale.

Ai nati in Italia, del resto oggi il codice fiscale viene per norma attribuito dai Comuni attraverso il sistema telematico di collegamento con l’Agenzia delle Entrate e una eventuale caso di omocodia può essere evidenziato già alla nascita e facilmente risolto. Per gli immigrati invece un eventuale caso di omocodia si presenta solo all’ingresso del secondo soggetto in Italia con tutte le difficoltà del caso nel reperire il precedente soggetto che nel frattempo si è potuto spostare. Infine da non sottovalutare le difficoltà per i sistemi informativi di altri enti che spesso non accettano i codici fiscali omocodici, che presentano almeno un carattere alfabetico al posto di un carattere numerico.

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