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Cosa ha detto il governatore di Bankitalia su inflazione e quali sono i rischi per l’economia europea

Nonostante l’inflazione stia tornando al livello del 2%, l’economia non sembra ingranare. È l’allarme lanciato dal numero uno di Bankitalia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’esecutivo dell’Abi. A soffrire è soprattutto l’auto, ma segnali di debolezza arrivano anche dal mercato del lavoro.
A cura di Giulia Casula
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"Emerge un quadro di debolezza dell'economia europea più persistente delle attese. Ci aspettavamo una ripresa trainata dai consumi che non c'è stata". È l'allarme del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all'esecutivo Abi. A soffrire è l'industria, in particolare quella dell'auto, "per problemi in parte congiunturali ma in parte anche strutturali" e nonostante l'inflazione stia tornando al 2%, l'economia non sembra ingranare.

"Inflazione verso il 2% ma emergono nuovi rischi"

"L'andamento dell'inflazione verso il 2% e il ritorno al livello che per la Banca centrale europea indica la stabilità dei prezzi è in atto, l'inflazione si sta riducendo", ha dichiarato Panetta. Tuttavia "sono emersi nelle scorse settimane rischi nuovi per l'energia a cui bisogna stare attenti". In particolare, "i prezzi del petrolio e del gas sono aumentati da inizio anno e adesso scendono e tutto questo ci dice che in questo cammino della politica monetaria bisogna stare un pò attenti a questi rischi emergenti".

Il pericolo principale è che l'economia non cresca. "La dinamica del credito rimane debole, c'è una piccola crescita per le famiglie ma è tuttora in atto un calo per le imprese dovuto alla debolezza della domanda", ha spiegato. "Ce lo dicono le imprese nei sondaggi, a livello italiano ed europeo" oltre al fatto che "negli anni scorsi la Bce con le operazioni di rifinanziamento mirate ha stimolato l'offerta del credito e forse c'è stato qualche eccesso che va riassorbito". Infine "gli investimenti sono deboli e la redditività delle imprese alta e quindi, il saldo finanziario per le imprese è pressoché nullo".

Il problemi dell'auto

"Il comparto dell'auto" ha "un problema strutturale" che va al di là "dell'arrivo massiccio di produttori cinesi", ha spiegato Panetta.  Sulle difficoltà dell'industria manifatturiera e dell'auto il governatore ha spiegato che "le nuove immatricolazioni sono inferiori al passato nonostante l'ingresso massiccio dei produttori esteri, soprattutto dalla Cina", ma nonostante questo la domanda resta bassa. "Se il problema fosse la carenza dell'offerta, vedremo un aumento della domanda. Invece, entra un nuovo Paese che esporta più che passato e a prezzi più bassi. Eppure, la domanda resta contenuta, quindi c'è un problema strutturale anche legato all'incertezza per l'obsolescenza dei motori a benzina", ha osservato. E anche se il mercato del lavoro "resta forte" comincia a dare "segni di indebolimento, con la riduzione dei contratti a tempo determinato".

La sfida degli Stati Uniti

Le mosse dell'amministrazione Trump possono aprire a uno scenario nuovo. "Gli Stati Uniti si apprestano a deregolamentare, forse troppo, mentre l'Europa continua a regolamentare, forse troppo. Questa divaricazione tra l'impianto americano ed europeo è un fattore su cui si deve riflettere", ha detto. Secondo il governatore però, la soluzione non è inseguire la Casa Bianca. "Se negli Stati Uniti si avviasse un'opera estesa di deregolamentazione si porrebbe il problema di cosa fare: inseguirli? Una corsa al ribasso sarebbe dannosa, rischieremmo di rovinare il lavoro fatto dopo la crisi finanziaria", ha sottolineato il governatore. Da qui l'invito a Bruxelles e ai banchieri centrali a cambiare approccio: "Evitare di accanirsi con eccessi normativi e valutare tutte le opportunità per semplificare".

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