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Cosa c’è scritto nel decreto per il rilancio della Banca Popolare di Bari

L’Aula della Camera ha approvato con 412 voti a favore il decreto per il rilancio della Banca Popolare di Bari, dopo che lo scorso dicembre Bankitalia ne aveva annunciato il commissariamento a causa delle ingenti perdite finanziarie. Il testo, che dovrà ora passare al Senato per la seconda lettura, prevede un piano di investimenti a sostegno di occupazione e imprese nel Mezzogiorno. Ma vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.
A cura di Annalisa Girardi
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Via libera al decreto per il rilancio della Banca Popolare di Bari. L'Aula della Camera ha approvato con 412 voti a favore, e nessun voto contrario, il testo che delibera per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno, sancendo al tempo stesso la nascita di una banca di investimento. Nel voto si sono astenuti i deputati di Fratelli d'Italia: ora il documento passerà al Senato per la seconda lettura. Palazzo Madama sarà chiamato a esprimersi entro il prossimo 14 febbraio.

Lo scorso 13 dicembre, la Banca d'Italia aveva comunicato il commissariamento della Popolare di Bari (Bpb) a causa delle ingenti perdite dell'istituto. Alcuni giorni dopo, il Consiglio dei ministri aveva approvato un decreto legge per il salvataggio. Poi lo scoppio dello scandalo: Fanpage.it aveva infatti pubblicato in esclusiva le registrazioni di un incontro avvenuto il 10 dicembre (quindi pochi giorni prima dell'annuncio del commissariamento) tra l'Ad e il Presidente di Bpb con i manager dell'istituto, in cui si potevano sentire i vertici della banca negare la possibilità di un intervento del governo e parlare allo stesso tempo di management "cattivo, irresponsabile, esaltato", e direttori di filiali che "hanno truccato tutti i conti".

Ma ora si guarda al rilancio della Bpb: nel decreto appena approvato ci sono infatti misure per il sostegno delle imprese e dell'occupazione al Sud, insieme a un piano di investimenti per centinaia di milioni di euro. Sono stati infatti attribuiti 900 milioni per il 2020 a Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Con questo capitale a disposizione, Invitalia sarà chiamata a rafforzare il Mediocredito centrale (Mcc): in questo modo la Banca del Mezziogiorno dovrebbe sostenere attività finanziarie e investimenti a favore delle imprese del Sud, ad esempio tramite l'acquisto di partecipazione al capitale delle società in questione.

Ogni quattro mesi Mcc sarà chiamato a riferire in Parlamento sull'andamento degli investimenti e degli interventi finanziari, "anche con riferimento ai profili finanziari e agli andamenti dei livelli occupazionali". Inoltre, entro il 31 gennaio di ogni anno l'istituto bancario dovrà presentare una relazione annuale rispetto alle operazioni finanziarie dell'anno precedente. Il decreto approvato prevede che sia concessa la possibilità di scindere Mcc e creare una nuova società Newco a cui assegnare le attività descritte così come le partecipazioni acquisite.

La commissione Finanze della Camera ha approvato tre modifiche al testo. Tra queste un emendamento secondo cui non andrebbe applicato il testo unico delle società a partecipazione pubblica alla Newco: tuttavia restano confermati i requisiti di onorabilità, professionalità e autonomia dei manager che sono invece contenuti nel testo unico bancario.

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