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Come cambiano le scadenze fiscali con l’emergenza Coronavirus

Cambiano le scadenze fiscali con l’emergenza Coronavirus. A variare sono soprattutto alcuni versamenti previsti per i comuni della zona rossa, mentre sono minime le modifiche riguardanti gli acconti, come quello dell’Imu. Andiamo a vedere quali sono i principali cambiamenti sulle scadenze fiscali per l’emergenza Coronavirus.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’emergenza Coronavirus comporta cambiamenti anche per quanto riguarda le scadenze fiscali. È il Sole 24 Ore a ricapitolare le modifiche alle scadenze dei contribuenti con il fisco. E uno dei primi aspetti sottolineati è che l’obbligo dei versamenti resta uguale. Come, per esempio, con la liquidazione dell’Iva, con l’appuntamento annuale fissato per lunedì 16 marzo, nonostante ci sia la possibilità di rinvio o di rateizzazione con maggiorazioni. Confermata anche la scadenza per l’F24, prevista per il 16. L’emergenza Coronavirus, quindi, non ha modificato tutte le scadenze, anzi.

Coronavirus, le scadenze nella zona rossa

Alcune scadenze riguardanti la zona rossa sono già state modificate. Un decreto del ministero dell’Economia, per esempio, dispone la sospensione di versamenti e adempimenti tributari nei comuni coinvolti (i primi 11 messi sostanzialmente in quarantena) dal 21 febbraio al 31 marzo. I pagamenti dovranno quindi essere effettuati entro la fine di aprile. Con il decreto legge sull’emergenza Coronavirus è stata prevista, poi, la sospensione dei versamenti delle cartelle, degli avvisi esecutivi e delle reta della pace fiscale, quindi rottamazione ter e saldo e stralcio. I versamenti per la zona rossa sono in stand-by fino al 30 aprile. I pagamenti dovranno essere effettuati entro il primo giugno. Sempre il decreto legge prevede la sospensione dei versamenti di ritenute alla fonte, di contributi e di premi assicurativi, dal 2 marzo al 30 aprile, per le imprese turistico-ricettive, le agenzie di viaggio e i tour operator. La sospensione è valida su tutto il territorio nazionale.

Coronavirus, gli acconti confermati

Le modifiche delle scadenze legate al Coronavirus non cambiano per quanto riguarda gli acconti. Il Sole 24 Ore ricorda innanzitutto quali sono le entrate tributarie su base mensile, basandosi sui dati del 2019. Per l’Irpef parliamo di 49,6 miliardi di euro, per l’Ires – tra saldo 2019, acconto 2020 e ritenute mensili – di 20,3 miliardi. Poi si aggiungono 43,7 miliardi di Iva e 10,1 di Imu, da versare entro il 16 giugno. Il totale di queste quattro imposte è circa un terzo del gettito annuo complessivo da loro derivante. Per quanto riguarda l’acconto Imu, va versato entro il 16 giugno. L’acconto corrisponde a metà di quanto dovuto per tutto l’anno. Ci sono poi il saldo e stralcio e la rottamazione ter: per entrambi non si può saltare il pagamento di alcuna rata, altrimenti si decade dalla definizione agevolata. Il 31 marzo è prevista la seconda rata del saldo e stralcio, il primo giugno, invece, la quarta della rottamazione ter.

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