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Covid 19

Coronavirus, arriva la norma salva-stipendi: nessuna decurtazione dei salari degli italiani

Per affrontare l’emergenza Coronavirus il governo mette in campo anche una norma salva-stipendi, con l’obiettivo di evitare decurtazioni in busta paga per i dipendenti della Pubblica amministrazione e quelli del mondo della scuola. Attualmente, in caso di malattia, è previsto un taglio delle indennità in busta paga corrispondente a circa 10-15 euro mensili.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nel decreto contenente le misure economiche messe in campo dal governo per affrontare l’emergenza Coronavirus ci sarà anche la norma salva-stipendi: gli statali e i dipendenti del mondo della scuola non subiranno decurtazioni in busta paga se non potranno lavorare a causa dell’epidemia e delle misure restrittive disposte in alcune zone. Le disposizioni riguardano i dipendenti pubblici costretti a casa o contagiati dal Coronavirus. Non saranno considerate assenze quelle nelle giornate di chiusura degli uffici e non ci saranno tagli per chi è in malattia o in quarantena. Ad oggi in caso di malattia per i dipendenti della Pa non viene corrisposta la parte di indennità, mentre questo taglio verrà annullato con il decreto.

I dipendenti della Pa non dovranno giustificare le assenze in caso di uffici chiusi con ferie e permessi e non si vedranno decurtare dai 10 ai 15 euro al giorno secondo quanto previsto dall’attuale legge. La norma salva-stipendi dovrebbe essere in vigore fino al 30 giugno 2020.  Peraltro la norma che prevede il taglio delle indennità verrà discussa, a livello generale, nella discussione sui contratti della Pa, con i sindacati che vogliono abolire la norma in assoluto e non solo in casi emergenziali come questo.

Cosa succede oggi in caso di malattia nella Pa

Ad oggi la parte riguardante gli stipendi in caso di malattia dei dipendenti della Pa è disciplinata dalla riforma Brunetta e prevede la decurtazione in busta paga che per i primi dieci giorni di assenza vale solo per la parte di indennità e per altri, eventuali, trattamenti accessori. La cifra tagliata è tra i 10 e i 15 euro al giorno. Nei primi dieci giorni di assenza è corrisposto, secondo la legge, il trattamento economico fondamentale “con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento accessorio”. Sopra i 10 giorni di malattia, invece, viene escluso solo il trattamento accessorio variabile. Sopra i 15 viene corrisposto anche il trattamento economico variabile.

La norma salva-stipendi nel decreto sul Coronavirus

Il decreto che dovrebbe varare questa sera il Consiglio dei ministri prevede, stando a una bozza che circola in queste ore, che “per i periodi di assenza per malattia dei dipendenti delle amministrazioni non si applica la decurtazione del trattamento economico accessorio. I periodi trascorsi in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva dovuti al Covid-2019 sono equiparati ai periodi di assenza di cui al primo periodo”. Secondo quanto emerge dalla relazione di questo comma del decreto il periodo di malattia e di quarantena viene equiparato al periodo di ricovero ospedaliero escludendo la decurtazione in busta paga. Secondo il governo questa disposizione non richiede ulteriori oneri a carico dello Stato in quanto la misura sarebbe limitata ai casi relativi al Coronavirus, mentre per tutte le altre patologie il funzionamento non varierà e gli eventuali risparmi derivanti dall’applicazione della legge verranno impiegati per far fronte all’emergenza Coronavirus.

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