Reddito di emergenza allo studio del Governo: assegno di 600 euro anche per chi lavora in nero
La misura è ancora ben lontana dalla sua precisa definizione. Ma il nome, intanto, c’è già: si chiamerà Reddito di emergenza. E sarà una sorta di bonus, in parte simile al reddito di cittadinanza, da destinare a tutti quei lavoratori che rischiano di restare senza un introito fisso a causa dell’emergenza Coronavirus. Si tratta di coloro i quali non riceveranno già l’indennità di 600 euro per autonomi e professionisti prevista dal decreto Cura Italia. E tra chi potrebbe rientrare ci sono anche i lavoratori in nero e, come spiega Repubblica, stagionali, precari, badanti, baby sitter. Inoltre, come anticipa il Messaggero, alla misura accederebbe chi non riesce a rientrare per i requisiti nel reddito di cittadinanza. La novità dovrebbe essere introdotta con il decreto di aprile, inserendo il Rem (Reddito di emergenza), simile al reddito di ultima istanza previsto dal decreto Cura Italia, con i 600 euro per i professionisti.
Reddito di emergenza, come funziona e qual è l’importo
Le strade da percorre per introdurre il Reddito di emergenza potrebbero essere due. Da una parte il Movimento 5 Stelle spinge affinché possa essere creata una sezione ad hoc del Reddito di cittadinanza. Il Pd, invece, vorrebbe che si agganciasse al decreto Cura Italia e ai 600 euro per i professionisti, allargando il bonus anche a chi finora è stato escluso. L’importo è da decidere, con il M5s che vorrebbe emulare il Reddito di cittadinanza, con 500 euro più 280 per chi paga l’affitto. Al Mef, invece, pensano a un bonus da 600 euro, come vale per le altre categorie.
L’obiettivo è di metterlo a disposizione dei cittadini entro pochi giorni, motivo per cui è probabile che il governo si rivolga all’Inps. Forse per accedere alla misura basterà presentare l’autocertificazione sostenendo di non avere altri mezzi di sussistenza per velocizzare l’iter. Poi i controlli verranno effettuati in un secondo momento. Si potrebbe pensare anche all’utilizzo della carta del Reddito di cittadinanza, che potrebbe essere utile anche per limitare gli acquisti effettuabili. Oppure, l’altra ipotesi è quella di mettere i soldi direttamente sul conto corrente del beneficiario, per fare prima. Ma in quel caso il rischio è che qualcuno non abbia un conto su cui accreditare la cifra.
Coronavirus, a chi andrebbe il Reddito di emergenza
Il Reddito di emergenza andrebbe a tutte quelle persone che avevano un reddito lo scorso anno e lo hanno perso, quindi chi aveva Naspi, una pensione, la cassa integrazione o uno stipendio. In questo caso, però, rimarrebbe fuori chi lavora in nero, motivo per cui si penserebbe a un’altra soluzione per comprenderlo in qualche modo. Rispetto al reddito di cittadinanza, inoltre, potrebbero venire meno i requisiti patrimoniali, come le seconde case che portano all’esclusione del beneficio. Difficile capire quale sia la platea: si parla di 3 milioni di persone, ma secondo Repubblica si potrebbe arrivare addirittura a 10. In quel caso, però, servirebbero sei miliardi di euro. La durata del beneficio potrebbe essere di due mesi, non andando quindi oltre la durata dell’emergenza Coronavirus.