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Buoni spesa per famiglie indigenti: dove spenderli e come chiederli

Il buono spesa da 300 euro per le famiglie in difficoltà è una delle misure messe in campo dal Governo per sostenere le famiglie durante l’emergenza Coronavirus. La scelta e la distribuzione dei bonus spesa spetta ai Comuni, come anche la scelta di dove poter spendere i voucher e cosa è possibile acquistare con i buoni.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’incremento del Fondo solidarietà comunale previsto dal governo nel decreto annunciato sabato 28 marzo dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, porterà buoni spesa da 300 euro per ogni nucleo familiare bisognoso, da assegnare una tantum. Il bonus potrà essere utilizzato per l’acquisto di generi alimentari da quelle famiglie che hanno più difficoltà in questo periodo di emergenza causata dal Coronavirus. A stabilire questa cifra è una bozza di ordinanza della Protezione Civile (quindi non definitiva) che fa seguito al decreto del governo e all’annuncio di Conte. L’ordinanza ha l’obiettivo di disporre le modalità di incremento del Fondo solidarietà comunale, con uno stanziamento che dovrebbe essere di 400 milioni, anche se nella bozza si fa riferimento solamente a 300 milioni, quindi meno di quanto stanziato dal governo.

 A chi spettano i buoni spesa

Come si legge nella bozza visionata il buono spesa viene erogato “una tantum” ed è pari a 300 euro per ogni nucleo familiare destinatario del sussidio sulla base dei criteri stabiliti da ogni singolo Comune. Sono infatti i sindaci a individuare la platea dei beneficiari del contributo tra i nuclei considerati più a rischio, dando priorità a chi non riceve altri sussidi e assegni statali, come avviene per esempio per chi recepisce il Reddito di cittadinanza.

Come sono divisi i fondi per il bonus spesa tra i Comuni

L’ordinanza della Protezione Civile prevede anche una ripartizione dei fondi sulla base della grandezza dei Comuni. Quelli che hanno fino a 5mila abitanti, per esempio, non possono ricevere meno di 20mila. Per quanto riguarda quelli tra i 5mila e i 30mila abitanti, invece, la cifra non può essere inferiore ai 50mila euro. Mentre nei Comuni con una popolazione che va dai 30mila ai 69mila abitanti il fondo dovrà essere di almeno 80mila euro. Infine per capoluoghi di provincia e di regione la cifra dovrà partire da almeno 150mila euro. La divisione dei fondi tra Comuni è quindi stata effettuata tenendo conto solo del numero di abitanti, ma non del reddito pro capite di questi ultimi.

Buoni spesa, dove si possono spendere e cosa si può comprare

I buoni spesa servono ad acquistare generi alimentari e in generale prodotti di prima necessità. In questo caso non c'è una gestione centralizzata in relazione a ciò che è possibile acquistare con il bonus spesa, ma sono i singoli Comuni a predisporre un elenco degli esercizi commerciali che accettano l'acquisto con i buoni spesa. In alternativa, il Comune può scegliere di non distribuire il bonus spesa, ma di erogare direttamente dei generi alimentari equivalenti all'importo dei buoni spesa per chi ne ha diritto.

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