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Coppa del Mondo: Argentina-Germania la finale macroeconomica

Chi delle cinque “top star” della Coppa del Mondo 2014 (Brasile, Argentina, Spagna, Italia e Germania) ha le maggiori chanche di vincere un ipotetico confronto mondiale a livello economico? Gli esperti di BNY Mellon sembrano puntare su una finale Argentina-Gemania…
A cura di Luca Spoldi
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Ha tremato per il primo goal del torneo, andato alla Croazia, ma ieri il Brasile ha aperto i Campionati Mondiali di Calcio 2014 come ci si attendeva, con una sonora vittoria (3-1). Inutile dire che simili eventi sportivi richiamano ogni volta l’attenzione di media e banche d’affari sulle possibili ripercussioni, positive o negative, sui titoli delle maggiori aziende del settore “sport wear” come Adidas, Nike, Puma o BasicNet (titolare del marchio Robe di Kappa). Meno frequenti sono invece gli studi sull’impatto che simili eventi hanno per le economie dei paesi organizzatori e/o partecipanti (che dai precedenti storici sembrerebbe peraltro molto modesto quando non nullo o negativo), come pure finora nessuno aveva provato a simulare una “Coppa del Mondo” in termini di performance macroeconomiche attese dei vari paesi finalisti del torneo calcistico.

Ci ha pensato, questa volta, un team di esperti di Meriten, Standish e ARX, tutte facenti capo al gruppo BNY Mellon (gruppo globale di investimenti con oltre 1.600 miliardi di dollari di patrimonio in gestione) che in un report distribuito da BNY Mellon Asse Management hanno offerto le loro previsioni sulla “top 5” del calcio mondiale (Germania, Spagna, Italia, Argentina e Brasile), simulando una sorta di “Coppa del Mondo macroeconomica”. La “partitissima” Italia-Germania vedrebbe gli Azzurri, secondo Holger Fahrinkrug (capo economista di Meriten), partire sottotono, a causa di “un Pil stagnante negli ultimi due trimestri”, ma poi reagire grazie a “segnali di miglioramenti visibili negli indicatori ciclici”. Secondo l’esperto “chiudere il gap tra l’Italia e la Germania richiederà ancora del tempo”, perché la Germania, “campione della ristrutturazione economica in Europa sulla fine degli anni ’90, ha già iniziato a raccogliere i frutti dell’aumento di competitività, che si traduce in una crescita degli stipendi medi, in buone prestazioni previdenziali e nell’introduzione di un salario minimo”.

Insomma, per battere i panzer tedeschi gli Azzurri dovrebbero sperare nei supplementari, ossia che proprio politiche generose finiscano con l’indebolire “la crescita della Germania, lasciando spazio all’Italia e ad altri paesi per un possibile dribbling economico”. A patto, lascia intendere l’esperto tedesco, che il Bel Paese proceda lungo la “necessaria strada delle riforme strutturali a vantaggio della competitività”. Risultato analogo si otterrebbe in un “match” Spagna-Germania, dato che per Fahrinkrug “potrebbe essere ancora troppo presto per vedere un sorpasso della Spagna sulla Germania in termini di crescita economica già nel 2014”. Ci si attende tuttavia “che il gap tra i paesi europei continui a restringersi, con possibili sorprese positive per l’Europa del Sud nel 2015”. Bisogna dire conclude l’economista, “che nelle classifiche economiche, Germania, Spagna e Italia non occupano le stesse posizioni che invece assumono nei ranking dei Mondiali: per quanto riguarda l’economia, il campione indiscusso resta la Germania; per quanto riguarda il calcio, il vincitore non è altrettanto scontato”. Una precisazione che da “tifosi” calcistici condividiamo, augurandoci anzi che possa estendersi nei prossimi trimestri anche in ambito economico (anche se appare difficile).

Tra le squadre sudamericane, per il Brasile il podio economico resta più distante di quello calcistico: “Il Brasile, si sa, è sempre stato tra i paesi favoriti quando si parla di Coppa del Mondo, ma il futuro economico del paese sembra decisamente più incerto rispetto alle prodezze col pallone” spiega Rogerio Poppe, Portfolio Manager di Arx Investimentos (società di investimento brasiliana del gruppo BNY Mellon). Il perché è chiaro: “l’inflazione è alta e in vista delle elezioni che si terranno a ottobre ci sono ampie fasce di cittadini che si sentono ignorati e tagliati fuori dalla politica”.Le criticità che il Brasile dovrà affrontare nei prossimi anni sono pertanto di natura politica: “Durante il suo mandato, la presidente Dilma Rousseff ha concentrato molti dei suoi sforzi sull’assistenza sociale”, con programmi come la Bolsa Família (già implementata dal suo predecessore Lula da Silva), che offre aiuti finanziari a 11 milioni di famiglie brasiliane a basso reddito. “Un successo che certo non può essere ignorato. Il programma, però, ha ricevuto la sua buona dose di critiche e il problema principale è che si concentra solo su un quarto della popolazione” spiega il gestore, mentre “la restante maggioranza dei cittadini resta preoccupata dall’alta inflazione e dal crescente costo della vita nelle grandi città del Brasile, problemi che non sono ancora stati affrontati con successo dal governo”.

Se il Brasile zoppica in economia molto più che non nel possesso palla, l’Argentina “secondo favorito dopo il Brasile a vincere i Mondiali 2014”, sembra muoversi “nella giusta direzione in termini di correzioni politiche e di riforme di mercato in vista delle elezioni del 2015, nonostante il rallentamento della crescita registrato quest’anno”, secondo Javier Murcio, portfolio manager emerging markets di Standish (altra società del gruppo BNY Mellon). “Se la Corte Suprema degli Usa dovesse pronunciarsi in favore dell’Argentina nel caso del pagamento dei titoli detenuti dai fondi creditori statunitensi – spiega il gestore – la risoluzione positiva del caso permetterebbe al governo di ritornare a proporsi sui mercati del capitale e a riprendere un percorso di crescita sostenibile”. In realtà, però, è più probabile che la Corte Suprema Usa richieda ulteriori prove al Dipartimento di Giustizia, ritardando il processo di almeno un altro anno. Se poi dovesse decidere di procedere oggi al giudizio, secondo l’esperto aumenterebbero le possibilità di un nuovo default tecnico per il paese.

Tuttavia almeno per quanto riguarda il programma di riforme economiche in corso, il governo argentino “sta dimostrando di riconoscere la necessità di cambiamenti per stabilizzare le riserve economiche e favorire il rientro dell’Argentina sui mercati di capitale globali”. Sinora, le principali novità sono di natura monetaria: svalutazione, tassi di interesse più elevati, riduzione delle posizioni long sui dollari Usa da parte delle banche, novità sui pagamenti con carte di credito per i turisti all’estero. Misure che per ora sono riuscite a stabilizzare le riserve del paese. “Anche il fatto che i calcoli e i dati sull’inflazione e sul Pil siano più precisi aiuta la stabilità economica dell’Argentina. Quello che serve ora sono riforme fiscali, conclude il gestore, perché si potrebbe risparmiare sino al 2-3% del Pil nazionale riducendo i sussidi energetici” (mossa relativamente indolore dal punto di vista politico) riducendo di conseguenza in pari misura “anche le necessità di finanziamenti da parte della Banca Centrale”, conclude Murcio. Insomma: la finalissima della “Coppa del Mondo” versione macroeconomica potrebbe essere Argentina-Germania. Chissà se corrisponderà al verdetto sul campo di gioco o il Brasile padrone di casa (o l’Italia) avrà la meglio.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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