Conte ridisegna la manovra: “Tasse più lievi su plastica e auto aziendali”
Non cambierà l’impianto, ma qualche ritocco ci sarà. La manovra è destinata a essere modificata, andando incontro alle richieste di Italia Viva, con un alleggerimento delle tasse sulla plastica e sulle auto aziendali. A spiegarlo è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. “Il governo, in particolare il Mef, sta lavorando di suo per anticipare queste obiezioni e rendere ancora più sostenibili questi due interventi”, afferma Conte. Un modo per rispondere alla battaglia di Renzi su plastic tax e auto aziendali. Per quanto riguarda le coperture, il presidente del Consiglio spiega che si stanno “valutando con la Ragioneria dello Stato risparmi da altre voci sovrastimate”.
Spetterà al Parlamento operare ulteriori modifiche: “È sovrano e, se emergeranno suggerimenti utili per migliorarla, il governo li valuterà con la massima apertura. Ma l' impianto e i contenuti essenziali non possono essere rimessi in discussione: significherebbe stravolgerla. Questa settimana incontrerò i capi delegazione delle quattro forze politiche di maggioranza e i loro capigruppo nelle commissioni parlamentari interessate per accompagnare il percorso di approvazione all'insegna dell'omogeneità”.
Conte rivendica di aver cancellato “un bel po’ di maxi-tasse”, a partire dall’evitato aumento dell’Iva. Poi sottolinea: “Abbiamo trovato altri miliardi per ridurre le imposte ai lavoratori, aiutare le famiglie e gli asili nido, abolire il superticket sanitario e, sul lato imprenditori, abbiamo confermato la flat tax al 15% per le partite Iva sotto i 65mila euro e gli stanziamenti di Impresa 4.0. Non solo, ma tutti gli strumenti di Welfare dei precedenti governi sono confermati: Reddito di cittadinanza, Quota 100, 80 euro”.
Il vertice di maggioranza dopo la manovra
L’intenzione di Conte è quella di riunire la maggioranza dopo l’approvazione della manovra: “Ho già programmato di invitarli a un weekend di lavoro”, dice riferendosi ai leader dei quattro partiti di maggioranza: M5s, Pd, Italia Viva e Leu. “Tutti parleranno fuori dai denti, poi raccoglieremo i rispettivi obiettivi, metteremo giù un cronoprogramma dettagliato perché tutti si impegnino sul che fare e sul quando farlo nei prossimi tre anni e mezzo”, spiega il presidente del Consiglio. Intanto bisogna “rinunciare a dichiarazioni estemporanee, smarcamenti tattici, rivendicazioni di bandiera marginali. Marciare compatti per questo disegno riformatore è doveroso”, secondo Conte.
Il caso ex Ilva e lo scudo penale per Arcelor Mittal
Sul caso dell’ex Ilva Conte ribadisce che la questione non è quella dello scudo penale: “Per stanare il signor Mittal sulle sue reali intenzioni, gliel'ho offerto subito: mi ha risposto che se ne sarebbe andato comunque, perché il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell'alibi. Anche solo continuare a parlarne ci indebolisce nella battaglia legale, alimenta inutili polemiche e ributta la palla dal campo di Mittal a quella del governo”. Ma la nuova forma di scudo verrebbe valutata soltanto “se Mittal cambiasse idea e venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto, cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell'ex Ilva nel 2021”. A breve, comunque, ci sarà un nuovo incontro con Arcelor Mittal, che sarà “risolutivo”, secondo il presidente del Consiglio.
Conte e la missione Italiana in Iraq
Il presidente del Consiglio esprime la sua vicinanza ai cinque militari rimasti feriti in un’attentato ieri in Iraq, rivolgendo loro gli auguri di pronta guarigione. “Quanto alla missione – prosegue Conte – rientra nei nostri impegni nel quadro della coalizione anti-Daesh, al fine di contrastare il terrorismo. I nostri uomini sono impegnati in azioni di addestramento delle forze di sicurezza irachene. Ultimamente ne sono rientrati 100 in seguito al ritiro della Task force Praesidium impegnata ad assicurare i lavori presso la diga di Mosul e sul campo ne rimangono circa 500”.