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Conte agli Stati generali: “Primi ad affrontare pandemia, ora dobbiamo essere primi a ricostruire”

In occasione degli Stati generali dell’economia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si rivolge agli industriali e programma la ripartenza dell’economia italiana: “Siamo stati i primi a uscire e ad affrontare in modo lineare, efficace e con dignità questa pandemia: adesso dobbiamo allora essere i primi, come stiamo facendo, ad affrontare il rilancio e la ricostruzione”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si rivolge ai rappresentanti del mondo dell’industria nella nuova giornata di lavori agli Stati generali dell’economia in corso a Villa Pamphili, a Roma. Conte ricorda i settori più colpiti da questa crisi: manifattura, edilizia, automotive, logistica, trasporti. Poi parla degli interventi previsti dal governo italiano in questi mesi e di come sia stata affrontata l’emergenza: “Abbiamo attivato delle linee di intervento che sono state replicate e assunte di riferimento da altri Paesi. Siamo stati i primi a uscire e ad affrontare in modo lineare, efficace e con dignità questa pandemia: adesso dobbiamo allora essere i primi, come stiamo facendo, ad affrontare il rilancio e la ricostruzione”.

Il presidente del Consiglio parla dei costi “molto alti” di questa emergenza, umani ma anche sociali ed economici e sottolinea che “l’incertezza che si è scatenata non si scioglierà certo nel giro di qualche mese”. Poi prosegue: “Si tratta, per l’Italia, di una crisi tra le più profonde della storia della Repubblica, ma all’interno di uno scenario recessivo che investe l’intera economia mondiale e che non risparmierà alcun settore, alcun Paese, alcuna filiera produttiva, con il rischio di incidere in maniera strutturale sulle catene del valore mondiali. La portata delle trasformazioni in atto è insidiosa e rischia di da mettere in discussione l’intero modello di sviluppo globale sinora adottato. La sfida principale che siamo chiamati ad affrontare è quella di offrire una risposta economica che sia all’altezza della sfida, e che possa sventare ogni minaccia di ripiegamenti autarchici”.

Conte si rivolge agli industriali:

Siamo chiamati a salvaguardare e preservare il nostro tessuto produttivo e non solo, ma molto di più. La nostra economia, il nostro tessuto sociale, i sistemi di protezione che avevamo costruito negli anni: è insomma in gioco il sistema liberal-democratico e il libero commercio, si tratta di una sfida molto importante. (…) È chiaro che delle criticità si sono rivelate e, come sapete bene, anche sulla prospettiva della liquidità non è sufficiente disegnare un modello normativo pensando che possa conformarsi all’unisono in maniera perfetta. Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l'umiltà di ammettere ritardi ed errori. Fermo restando che certo non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni.

Il governo, spiega ancora Conte, punta ad avere “un confronto ampio e costruttivo, vi chiediamo suggerimenti su queste proposte, valutazioni e critiche. Se sono critiche costruttive ci aiuteranno a migliorare questi progetti, se invece sono critiche negative, più radicali, ci consentiranno di fermarci un attimo a pensare e valutare, sarà uno stress test per valutare se davvero quel progetto riterremo di continuate a portarlo avanti. Ma sicuramente ci torneranno utili”. Il presidente del Consiglio spiega ancora: “Finito questo ciclo di incontri, inizieremo subito a lavorare con celerità: già dalla prossima settimana inizieremo a ricavare la versione finale. Ecco perché vi chiedo di farci arrivare subito le vostre osservazioni”.

L’obiettivo è presentare il Recovery Plan italiano al più presto: “Quella data non è lontana, anche perché un progetto europeo che deve valutare bene la nostra capacità di spesa va articolato per bene sia sul piano cronologico che sul piano dell'impatto finanziario”. Conte sottolinea l’importante ruolo delle imprese e la loro centralità secondo il governo: “Le misure che noi abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti, per buona parte anche consistente, sono dedicate al sostegno delle imprese. Non c'è alcun pregiudizio. Per noi l'impresa è un pilastro della nostra società, è il tessuto produttivo, si sta facendo di tutto per preservarlo, produce crescita economica, produce sviluppo e innovazione, genera valore sociale. Possiamo avere diversità di opinioni, ma qui non c'è nessuna remora culturale, nessun pregiudizio ideologico. Non abbiamo una concezione collettivista della produzione o statalista dell’economia”.

Conte rivolge un appello finale agli industriali incontrati oggi: “Il nostro modello rimane quello classico, di uno Stato regolatore che però non è disattento rispetto ai meccanismi del mercato. Siamo pronti a intervenire e a presidiare gli interessi strategici, di qui il nostro intervento con la Golden Power, siamo disposti anche a intervenire in punta di piedi quando c'è da offrire un sostegno diretto nelle aziende, quando i meccanismi di liquidità esterni non funzionano e c’è la possibilità di offrire equity per un periodo limitato senza voler interferire nelle attività di governo dell’organismo produttivo. State tranquilli che avrete sempre tutto il nostro sostegno in termini di incentivi per cercare di rendervi ancora più competitivi: com’è scritto in uno dei nostri macro-obiettivi, per un tessuto economico più competitivo e resiliente anche nel mondo”.

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