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“Raddoppiati poveri e senza lavoro, dalla crisi i danni di una guerra”

“L’Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra”: così si legge nel rapporto del Centro studi di Confindustria. Secondo gli industriali, la profonda recessione dell’economia italiana è finita ma i suoi effetti no.
A cura di S. P.
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“La profonda recessione dell’economia italiana, la seconda in sei anni, è finita, ma i suoi effetti no”: a lanciare l’allarme è Confindustria negli ultimi Scenari Economici. Una crisi finita che però, secondo l’associazione degli industriali, ha lasciato dei danni pesanti, commisurabili solo con quelli di una guerra. Nel rapporto del Centro studi di Confindustria si legge anche che “l’uso del termine ripresa per descrivere il probabile aumento dell’attività produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio è per molti versi improprio”. Sul piano politico e sociale “è derisorio nei confronti di quanti, imprenditori e lavoratori, a lungo resteranno in difficoltà”. Insomma, Confindustria spiega che il percorso di risalita sarà lento e difficile. Fotografa uno scenario futuro non del tutto negativo ma pieno di incognite. “Camminiamo sul filo di un rasoio”, si legge. Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale. Le persone a cui manca il lavoro sono 7.3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. E anche i poveri sono raddoppiati a 4.8 milioni: “Le famiglie – si legge nel rapporto – hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5037 euro in media all’anno”.

La Legge di Stabilità “un’occasione mancata” – Il tasso di disoccupazione resta inoltre stabile oltre il 12% nei prossimi due anni.  Rispetto al 2007 il Pil totale è diminuito del 9,1% e quello pro-capite dell'11,5%, cioè di 2.900 euro a testa, tornando ai valori del 1996. La produzione industriale è scesa in termini fisici del 24,6%, ai livelli del 1986. Nel rapporto di Confindustria si parla anche della Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. Una manovra che viene definita “una occasione mancata”. “Complessivamente si tratta di intervento modesto sul 2014 che ritocca marginalmente il deficit: in termini di Pil si tratta di qualche decimale (0,2%). E per il 2015 e 2016 la correzione del disavanzo coincide sostanzialmente con le dimensioni delle clausole di salvaguardia”. Gli economisti rilevano che l’intervento principale proposto è quello sul cuneo fiscale “ma le risorse stanziate non sono in grado di incidere significativamente”.

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