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Confindustria: il caro petrolio rallenta la ripresa

Il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli, in un’audizione alla Camera, ha fatto sapere che in Italia si notano buoni segnali di ripresa. Tale ripresa, però, rischia di essere rallentata dal rincaro delle materie prime.
A cura di Alfonso Biondi
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Petrolio

Petrolio che dolore. Il costo delle materie prime, si sa, può incidere in maniera determinante sulla ripresa economica di una nazione. Lo sa bene il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli che, in un'audizione alla Camera, ha fatto il punto della situazione sullo stato dell'economia italiana.

Galli ha fatto notare che, anche se permane un certo divario con le altre nazioni, nell'Italia di questo periodo si possono registrare "segnali più decisi di accelerazione, soprattutto nell'industria manifatturiera, con una significativa riduzione della cassa integrazione". Ottima notizia, certo, se non fosse per il rincaro vertiginoso delle materie prime, tra cui il petrolio, che rischia di rallentare notevolmente questa ripresa. Il direttore generale ha anche spiegato come, a parità di altre condizioni, un prezzo di 115 dollari al barile "possa comportare un minor livello del Pil italiano di circa lo 0,7%".

Basti pensare che, complici anche gli avvenimenti in terra libica, la benzina è arrivata a costare 1,568 euro al litro: un aumento record che, qualora restasse stabile, si tradurrebbe in un maggiore esborso di quattrini da parte di imprese e, ovviamente, famiglie.

Il governo quindi deve darsi davvero una mossa e prendere provvedimenti affinché il Paese torni ad essere competitivo. E Galli a tal proposito ha parlato del piano presentato dall'Italia all'Europa contente gli obiettivi 2020, definendolo "scarsamente ambizioso, specie alla luce del ritardo accumulato nell'ultimo decennio dall'Italia". Per il dg va quindi fatta una riflessione molto approfondita sui problemi strutturali dell'Italia e avviata una politica di riforme al fine di aumentare la competitività di un paese che, oggettivamente, ha molti problemi da risolvere.

Intanto vengono fuori gli ultimi dati Istat sulla produzione industriale di gennaio 2011: per l'istituto di statistiche da dicembre 2010 a gennaio 2011 c'è stato un calo di produzione dell'1,5%, mentre rispetto allo stesso mese del 2010 si registra un incremento dello 0,6%.

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