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Confesercenti, 2013 anno nero: chiuse 72mila imprese

I dati dell’associazione di cateogoria: “Tra chiusure e nuove aperture perse 22.616 aziende. Il nostro è l’unico Paese, tra i big d’Europa, a non ripartire”
A cura di B. C.
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Da gennaio a dicembre 2013 hanno chiuso ben 72.367 imprese del commercio e turismo. Lo rivela Confesercenti che, considerando chiusure e nuove aperture, evidenzia un saldo negativo di 22.616 aziende perdute per sempre. "Il nostro è l'unico Paese, tra i big d'Europa, a non ripartire", segnala l'associazione di categoria. L'unica notizia positiva arriva dal commercio fuori dai negozi: i venditori ambulanti mettono a segno un saldo favorevole di 3.334 unità e si ingrandisce con 530 aziende il comparto dell'e-commerce. "I saldi positivi rilevati nell'intermediazione commerciale, nel commercio su area pubblica e attraverso internet – spiega Massimo Vivoli, vice presidente vicario di Confesercenti – confermano il ruolo di shock absorber della disoccupazione ricoperto dai tre settori. Che, necessitando di investimenti minori per avviare un'attività, hanno visto crescere il numero di aperture, probabilmente ad opera di persone rimaste fuori, causa crisi, dal lavoro autonomo o dipendente". Ma a ben vedere, non c'è poi molto da ridere. Spiega infatti Vivoli: "L'alto numero di chiusure registrato dimostra quanto sia complicata la vita degli imprenditori debuttanti, soprattutto se non hanno potuto beneficiare di adeguata formazione, in particolare in un mercato così asfittico come quello interno italiano".

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