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Confartigianato: l’Italia ha il record europeo di giovani disoccupati

L’ultimo rapporto di Confartigianato conferma il numero impressionante di giovani disoccupati nel nostro Paese. Situazione drammatica al Sud.
A cura di Alfonso Biondi
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Maturità

In Italia 1.138.000 di under 35 non hanno lavoro: un numero decisamente alto che è valso al Bel paese il record negativo in Europa per la disoccupazione giovanile. I dati, drammatici, arrivano dall'Ufficio Studi di Confartigianato. La fascia d'età che se la passa peggio è quella al di sotto dei 24 anni con un tasso di disoccupazione pari al 29,6%: un bel 8,6% al di sopra della media degli altri Stati europei. Una percentuale preoccupante.

Come spesso accade in questi casi, la maglia nera va ad una regione del Sud Italia, in questo caso la Sicilia, dove la quota di under 35 disoccupati è al di sopra del 28%. Quasi il doppio rispetto al 15,9% di media nazionale. Seguono la Campania con il 27,6%, la Basilicata col 26,7% e la Sardegna col 25,2%. Tutta un'altra storia in Trentino Alto Adige, regione da questo punto di vista più virtuosa d'Italia: in Trentino, infatti, solamente il 5,7% degli under 35 è disoccupato. Bene rispetto alla media nazionale anche la Valle d'Aosta con il 7,8%, il Friuli Venezia Giulia con il 9,2%, la Lombardia con il 9,3%. Quello che emerge è quindi una contrapposizione netta tra la situazione del Nord e quella del Sud Italia.

Il rapporto di Confartigianato rivela però un curioso paradosso: secondo l'associazione, nonostante il periodo di crisi, il 17,2% delle aziende italiane denuncia l'irreperibilità di manodopera qualificata. Per il prossimo anno scolastico, però, è prevista una diminuzione delle iscrizioni agli istituti professionali del 3,4%; mentre si registrerà un incremento del tasso di iscrizione ai licei pari al 3%.

Il rapporto dell'associazione, oltre alla difficile situazione vissuta dai giovani, porta alla luce anche numerose difficoltà per gli adulti: la percentuale di inattivi di età compresa tra i 25 e i 54 anni è infatti al 23,2%, ben più alta rispetto al 15,2% della media europea. Il dato risulta essere ancora più allarmante se si pensa che tra il 2008 e il 2001 si è registrato un aumento pari all'1,4%, mentre la media europea diminuiva dello 0,2%.

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