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Commissione Ue: “Produttori di elettrodomestici stanno sovrastimando risparmio energetico”

Alcune aziende starebbero sistematicamente sovrastimando le performance, vendendo prodotti meno ecologici di quanto dichiarato. Un’operazione che fa aumentare di circa 2 miliardi all’anno le bollette dei consumatori.
A cura di C. T.
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Lavatrici, cellulari e altri apparecchi di uso domestico sarebbero programmati per avere vita breve e smettere di funzionare più o meno quando non risultano più in garanzia: è quanto rivela uno studio tedesco commissionato dal gruppo parlamentare dei Verdi.

Secondo la Commissione europea i produttori di elettrodomestici starebbero sovrastimando le performance dei prodotti messi sul mercato. Sulla base di controlli fatti da alcuni Stati membri, l'organo europeo ha registrato un abuso della normativa Ue sull'etichetta energetica, a danno dei consumatori. Quello che fanno i produttori non è illegale. Si tratta solo di sfruttare a proprio vantaggio una norma tecnica. Il meccanismo è semplice: le aziende utilizzano nella produzione materiali o tecnologie a basso costo che peggiorano le prestazioni di circa il 10%. Secondo la normativa, nei test pubblici è ammessa una variazione – detta tolleranza tecnica – della stessa percentuale. Ad esempio, un elettrodomestico che consuma 200kWh in un anno, viene dichiarato per 185 per farlo ipoteticamente entrare in classe A. In questo caso, se venisse fatto un controllo tutto sarebbe in regola, perché la variazione è del 10%, dentro il margine di tolleranza. Una pratica che, secondo Legambiente, fa aumentare di circa 2 miliardi all'anno le bollette dei consumatori europei.

Per la Commissione europea questo comportamento costituisce un inganno ai consumatori. Le tolleranze erano destinate ai laboratori per compensare eventuali anomalie nei test ma, negli anni, sono state soggette ad abusi. Secondo Davide Sabbadin, responsabile Efficienza energetica di Legambiente, "Il problema nasce da regole troppo vecchie e troppo generose che variano da prodotto a prodotto, ma che mediamente consentono una tolleranza tecnica del 10 per cento nei test di verifica degli apparecchi. Negli anni le tecnologie dei test si sono evolute e il margine di errore ormai non può essere superiore al 2-3 per cento, ma le regole non sono state aggiornate".

Per questo motivo dal 2012 la Commissione sta lavorando a una riforma della legislazione sul risparmio energetico. L'obiettivo è abbassare la percentuale di tolleranza, proprio per evitare casi di questo tipo. La riforma è stata però accantonata. "L'esecutivo Ue l'ha sepolta in un cassetto – ha spiegato Sabbadin – venendo per questo criticato dalle aziende più interessate alla concorrenza seria nel mercato, come Electrolux. Anche l'associazione dei produttori europei di elettrodomestici Ceced ha chiesto lumi a proposito del provvedimento, ma senza ottenere risposta".

Per quanto riguarda le lampadine, la Commissione europea nel 2012 ha ridotto i limiti della tolleranza. Dopo l'intervento, molte aziende hanno abbassato la classe energetica dei prodotti, ma, come ha spiegato Sabbadin, "non hanno cambiato in senso peggiorativo né la potenza né i lumen riportati sulla confezione, che rimangono quelli di prima. In definitiva, l'efficienza energetica reale del prodotto è più bassa rispetto a quella indicata in etichetta".

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