Come e perchè è fallita la SVB, Forchielli: “Errore da principianti, situazione tornerà sotto controllo”
"La Svb è una banca atipica e ha commesso un errore da principianti. Ma il buco che ha creato non è grande per cui non ci saranno conseguenze per l'Italia e l'Europa. Forse ne risentiranno per un po' le Borse ma è questione di giorni prima che la situazione torni sotto controllo".
Così Alberto Forchielli, economista e imprenditore, 35 anni di esperienza da giramondo tra sud est asiatico, Cina e Stati Uniti, consigliere particolare del ministro della difesa, del bilancio e degli affari esteri, per anni alla World Bank e poi responsabile di Finmeccanica per tutta l’area Asia/Pacifico, attualmente partner fondatore di Mindful Capital Partner, ha spiegato a Fanpage.it perché il crac della Silicon Valley Bank non rappresenta un rischio per l'Italia e l'Europa.
Si ricordi che la Silicon Valley Bank è una banca fondata nel 1983 con sede principale a Santa Clara, in California, diventata negli ultimi anni uno dei centri più importanti per le aziende di tecnologia e per le startup di tutta la Silicon Valley. Il suo collasso ha fatto andare nel panico investitori e contribuenti, preoccupati che potesse ricapitare quanto successo nel 2008 dopo il fallimento della Washington Mutual.
Forchielli, ci può spiegare in breve cosa è successo alla Silicon Valley Bank?
"Prima di tutto diciamo che la Svb è una banca molto atipica, non come quelle che possiamo immaginare noi. In Svb ci vanno gli startupper, che hanno appena incassato i risultati del proprio fundraising e depositano i soldi raccolti. Una banca "normale" con questi depositi fa prestiti di vario tipo alla clientela, alle aziende, al consumo. Invece nel caso della Svb il grosso dei depositi incassati venivano investiti in titoli del tesoro. Ma poi, è successo che i tassi di interesse hanno cominciato a crescere".
Quindi?
"Sappiamo che man mano che si alzano i tassi di interesse i titoli perdono valore. Svb ha messo tutti i soldi in titoli del tesoro all'1.5% ma poi il tasso è andato a 4.75 per cui le attività della banca si sono gradualmente ridotte perché il valore relativo non era più 100 ma 70.
Così, quando si è saputo che Svb aveva perso molti titoli, man mano sono arrivate richieste di chiusura deposito e ritiro. La banca ha venduto a quel punto parte dei titoli perdendo qualche miliardo, non una cifra grossa. Ma ha poi ritenuto di fare un aumento di capitale per sanare quella perdita. Appena il mercato ha saputo che la banca cercava capitali si è aperta la crisi. In giornata sono arrivate richieste per 42 miliardi, poi il sistema si è inceppato perché la banca stessa non aveva liquidità per far fronte a richieste di questo genere.
Quando si verifica la corsa agli sportelli è difficile per una banca stare in piedi. A quel punto è intervenuto il governo che ha dichiarato che la banca era in liquidazione coatta amministrativa".
Di chi è la colpa di questa situazione?
"Sicuramente la colpa non è delle startup, che andavano da Svb che a sua volta offriva loro servizi tagliati apposta per le esigenze degli startupper, che sono molto diverse da quelle di qualsiasi altra attività commerciale o industriale. Stiamo parlando di migliaia e migliaia di startup, anche fuori dalla California.
Il problema è che Svb non ha gestito in modo appropriato il mismatch (squilibrio, ndr) tra asset e liability (attività e passività): la prima regola di una banca è che deve tenere le attività con maturità più o meno in linea con quella dei depositi per non essere presi da una crisi di liquidità, altrimenti quest'ultimo vengono bloccati. Credo, pertanto, che la colpa sia di un sistema di regolazione molto lassivo in America per banche di quella dimensione ma anche del fatto che nel consiglio di amministrazione della Silicon Valley Bank non c'era nessun bancario di professione. Hanno fatto un errore da principianti".
Quali sono le conseguenze di questo collasso in Italia e in Europa?
"Tra le conseguenze vediamo prima di tutto che è calata la Borsa e che c'è preoccupazione sulle banche, soprattutto su quelle italiane, che sono piene di titoli del tesoro, ma non credo che ci saranno problemi. Bisogna stare attenti, ma le Borse si riprenderanno. Non prevedo conseguenze di lungo termine né cadute a cascata. Già dai prossimi giorni la situazione tornerà sotto controllo.
Questo perché il buco che si è venuto a creare non è grande e scompare facilmente vendendo i titoli. Se la gente non fosse corsa a prendere i propri soldi, non sarebbe successo nulla di rilevante. Non ci saranno perdite, neanche per i contribuenti, come ha rassicurato anche il presidente Biden. Il "crac" di Svb non ha intaccato il mercato in generale, tanto meno quello europeo".